Il procuratore e il sacerdote minacciato dalla Camorra incontrano gli abitanti del paesino in una parrocchia San Paolo Apostolo gremita
Domenica scorsa, nel giorno in cui la premier ha ribadito che è proprio partendo da Caivano che il governo vuole "dare un segnale chiaro, basta zone franche in Italia", il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha incontrato i cittadini del comune in provincia di Napoli e li ha messi davanti a un bivio: “Dovete decidere da che parte stare, da quella dello Stato o della Camorra". Ad ascoltare Gratteri, invitato da don Maurizio Patriciello nella sua parrocchia di San Paolo Apostolo nel parco Verde, una chiesa piena di cittadini, segnale che le cose stanno cambiando. Lo stesso pm ha ammesso che "non è facile raggiungere un risultato del genere in aree ad alta densità criminale. Spesso si organizzano importanti iniziative antimafia e non c'è neanche la metà della gente arrivata stasera". Merito, afferma, di don Patriciello "è lui il vero eroe. Stategli vicino, non lo abbandonate, perché lui e i Commissari prefettizi stanno facendo cose belle e importanti". Il sacerdote anticlan risponde: “Prima nessuno ci ascoltava, poi è arrivata la premier Meloni e le cose sono cambiate". Gratteri ha detto di essere a Caivano "per ascoltare, per sentire parlare i cittadini di Caivano, per capire cosa pensano di questo grande impegno dello Stato, cosa vogliono fare". E poi li ha spronati: "Alle prossime elezioni dovete fare una scelta di campo, chiedervi se conviene stare dalla parte dello Stato o della Camorra. Dove eravate quando scioglievano il Comune per due volte di fila o quando aprivano la piscina per poi abbandonarla al degrado?", ha chiesto il procuratore. Che invita le persone "a non aver paura, a partecipare alla vita pubblica, specie in questo periodo in cui c'è tanta attenzione, sia della politica che mediatica, su Caivano". "Alle prossime elezioni non votate per chi vi assicura che darà il posto di lavoro a vostro figlio", ha aggiunto Gratteri. Che, però, ha richiamato anche la politica alle sue responsabilità. "Caivano - ha spiegato - non è un unicum, ci sono tante zone degradate, qui ma anche al Nord, basta pensare a cosa sono le periferie di metropoli come Milano e Torino. La verità è che gli amministratori locali e la politica hanno abbandonato le periferie. A Caivano la gente vuole sapere e capire, sta poi a noi uomini delle istituzioni essere credibili".
Dal pubblico ha preso parola un 22enne di Parco Verde, al secondo anno della Facoltà di Scienze del Turismo, presidente di un'associazione di volontariato, nata proprio nella parrocchia, accogliendo il messaggio del procuratore e del sacerdote. "Noi ci crediamo con forza al cambiamento che sta avvenendo a Caivano. Due anni fa ho incontrato con don Maurizio il capo dello Stato Mattarella, gli dissi che desideravo solo un po' di normalità, e quella normalità sembra che stia finalmente arrivando, e può arrivare in tutte le periferie d'Italia. Qualcuno ha sicuramente perso la speranza e la voglia di combattere, ma non noi giovani. Anzi abbiamo presentato un progetto al commissario straordinario Ciciliano per aprire un centro diurno per minori, per accompagnare i giovani del quartiere ma anche gli adulti. Io voglio stare qua, questa è casa mia, ma certo è preoccupante che all'istituto professionale di Caivano, ritenuto un'eccellenza, è bassissima la percentuale di giovani del Parco Verde". A prendere parola anche un'ex insegnante che ha invitato a prendere atto che sono state "aree fino a pochi mesi fa inaccessibili e piene di rifiuti. E' assurdo che continuino le polemiche. Finalmente Caivano è al centro dell'attenzione di tutti e qualcosa sta veramente cambiando". In chiesa ci sono anche persone che arrivano da altre zone degradate, come Afragola. Di Acerra è invece il presidente di un'associazione che si occupa di ambiente, Enzo Petrella, che ha ricordato che mercoledì la Cassazione si pronuncerà sulla confisca dei beni ai fratelli Pellini, già condannati per disastro ambientale. "La confisca rischia di essere annullata per un vizio di forma - ha detto - e così questi beni potrebbero ritornare nella disponibilità dei tre fratelli. Noi già facciamo fatica a denunciare, a stare nei tribunali, e le istituzioni che devono dare un esempio che fanno?, restituiscono i beni a questi signori. E intanto noi ci siamo esposti".
Fonte: Ansa
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