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Non solo droga, sodalizi e interessi economici hanno avvicinato la Camorra alla pubblica amministrazione

Continuano ad essere le province di Napoli e Caserta i territori dove i principali cartelli della camorra proliferano, si espandono e stabiliscono nuovi sodalizi criminali che certificano non solo le mire espansionistiche, ma anche la forte attrazione per i settori dell’economia legale. Questo è il volto criminale della camorra emerso all’interno dell’ultimo rapporto semestrale della Dia. Si tratta di una dimensione criminale strutturata e ben stratificata, che parte dal basso con il racket e le piazze di spaccio, ma che si estende con i propri interessi criminali anche all’interno della pubblica amministrazione. Inoltre, la camorra ha delocalizzato le proprie attività illegali al di fuori della regione, persino all'estero, dove ha avviato operazioni di riciclaggio e reinvestimento. Difatti, anche la camorra ha intrapreso nuove strade che prevedono la logica del profitto e del silenzio, utile per non essere notati. Gli esiti di numerose indagini hanno dimostrato come i clan, attraverso relazioni tra esponenti delle Amministrazioni locali e delle imprese, siano riusciti ad aggiudicarsi importanti commesse pubbliche, “sia attraverso affidamenti diretti in favore di aziende ad essi collegate, sia tramite i sub-appalti”. Se da un lato lo spaccio di droga, le estorsioni e l’usura permangono come attività di arricchimento principale per svariati gruppi camorristici, “sempre pronti a contendersi il territorio”, dall’altro, si consolidano rapporti che aumentano i guadagni e garantiscono un maggiore controllo del territorio. Lo ha dimostrato anche la crescente attenzione che le organizzazioni camorristiche hanno per la gestione delle case popolari. Infatti, numerosi alloggi sono stati assegnati in modo illegale a persone legate alle organizzazioni criminali campane, causando danni significativi agli effettivi destinatari indicati all’interno delle graduatorie pubbliche.

Dal narcotraffico alle piazze di spaccio
Rispetto alle logiche criminali che si concentrano sull’economia legale e sulle procedure connesse ai finanziamenti pubblici, persiste la preminenza territoriale dei principali cartelli della camorra, due in particolare: l’Alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella, entrambi costituiti da gruppi familiari che ne determinano la struttura portante, entrambi caratterizzati da gruppi subordinati per la gestione dei traffici illeciti e di altre attività criminali. Per quanto riguarda l’Alleanza di Secondigliano, emerge in modo particolare il gruppo Amato-Pagano, tuttora presente all’interno di una vasta area che si espande da Scampia fino all’hinterland a nord di Napoli. Il gruppo Amato-Pagano ha realizzato una forte ascesa grazie al rapporto, durato oltre dieci anni, con un broker del narcotraffico di origini napoletane e con importanti contatti in Sudamerica. Il narcotrafficante, estradato in Italia il 25 marzo 2022 dopo essere stato arrestato a Dubai nell’agosto del 2021, ha infatti raggiunto il ‘successo’ grazie alla sua abilità nel riuscire a importare grandi quantità di cocaina a prezzi estremamente competitivi. I contatti del narcotrafficante napoletano avvenivano mediante l’utilizzo di “criptofonini” al fine di eludere eventuali intercettazioni telefoniche. La droga, dopo aver raggiunto il porto di Gioia Tauro, veniva consegnata a diversi committenti provenienti anche da altre Regioni, compresa la Campania; tra questi, oltre al gruppo Amato-Pagano, anche altri clan presenti in diverse zone di Napoli, come il Parco Verde di Caivano, ritenuto la più grande piazza di spaccio presente in Europa. L’altra grande realtà criminale è costituita invece dal clan Mazzarella, il quale non solo opera attraverso lo spaccio di droga, ma anche attraverso le estorsioni e la contraffazione. Nel dicembre del 2022, “la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 25 persone riconducibili al clan Mazzarella con l’accusa di associazione mafiosa, estorsione e detenzione di armi”. Dalle indagini è emerso che numerosi venditori ambulanti sono stati costretti a pagare il pizzo, oppure ad acquistare merce solo da determinati affiliati.

I sodalizi criminali del Parco Verde di Caivano
Nei territori dei Comuni a nord di Napoli vi sono numerosi gruppi camorristici, tra questi, anche il sodalizio Sautto-Ciccarelli, che gestirebbe tutte le attività illecite e le numerose piazze di spaccio presenti nel complesso del Parco Verde di Caivano. Una presenza che si è irrobustita anche grazie a complesse modalità organizzative che prevedono la suddivisione del territorio in zone ‘assegnate’ a singoli affiliati, oppure gestite autonomamente da una sorta di sub-organizzazioni criminali. L’operatività del gruppo è stata da ultimo documentata “dall’ordinanza di custodia cautelare eseguita, lo scorso 14 dicembre 2022 dall’Arma dei carabinieri”. Nel provvedimento, il gip  ha definito il sodalizio criminale come un “complesso, articolato ed imponente sistema camorristico che ha egemonizzato le attività criminali  nell’ambito del territorio del Comune di Caivano, in particolare i traffici di sostanze stupefacenti”.

Caserta e Salerno
L’epicentro della camorra in provincia di Caserta continua ad essere il Comune di Casal di Principe. Qui troviamo l’egemonia dei Casalesi, costituiti da vari clan confederati e in collaborazione tra loro; tra questi, troviamo i gruppi Bidognetti e Schiavone. A seguito di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri il 22 novembre 2022, è emerso che le due fazioni camorristiche hanno realizzato numerosi reati: traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, ma anche il controllo di bische clandestine e del settore delle onoranze funebri. Inoltre, l’attività dei Casalesi è stata registrata anche in altri territori e Regioni d’Italia, in particolare Veneto ed Emilia Romagna, ma anche all’estero per gestire attività utili al riciclaggio di denaro. Invece, non si registrano cambiamenti significativi a Salerno, dove si conferma il ruolo egemonico del clan D’Agostino, nonostante il tentativo di nuovi gruppi emergenti di affermarsi negli spazi ritenuti ancora ‘liberi’. I principali interessi del clan D’Agostino - ha rilevato la Dia - continuano ad essere l’usura, l'estorsione e le sostanze stupefacenti.

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