L'inchiesta è dell’ottobre 2021, la Dda arrestò 40 persone, tra affiliati alla camorra, alti pubblici ufficiali, imprenditori, funzionari e sindacalisti
Lo scorso 15 dicembre il Tribunale di Napoli ha emesso la sentenza per i 33 imputati al processo - celebrato con la formula del rito abbreviato - sulle infiltrazioni di alcuni clan della camorra negli appalti in diversi ospedali partenopei. Il gip Anna Imparato ha inflitto complessivamente circa 290 anni di carcere, comminato multe per un totale di 109mila euro e condannato alcuni degli imputati a risarcire complessivamente 72mila euro.
Il rinvio a giudizio era stato chiesto lo scorso aprile: tra loro figurano boss della camorra, funzionari dei nosocomi coinvolti e sindacalisti; tra i condannati figurano anche il boss Luigi Cimmino e suo figlio, entrambi dovranno scontare 9 anni e 4 mesi di detenzione.
Il gip, in sede processuale, ha disposto risarcimenti così suddivisi: 20mila euro all'ospedale Cardarelli e 10mila euro ciascuno alle associazioni "Asso vittime criminalità" e "Sos Impresa rete per la legalità", nonché alla Cgil nazionale e alla Cgil della Regione Campania.
L'inchiesta sulle infiltrazioni della camorra negli ospedali napoletani esplose il 22 ottobre del 2021: la Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, arrestò 40 persone, tra boss e affiliati alla camorra, alti pubblici ufficiali, imprenditori, funzionari e sindacalisti.
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