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Contraffazione merci, traffico di armi, illeciti finanziari tra gli indicatori di una mafia capace di adattarsi ai mercati

Recentemente è stata pubblicata la relazione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) relativa all’ultimo semestre del 2021 sul fenomeno delle organizzazioni criminali in Italia. Sulla base delle varie attività investigative, giudiziarie e di prevenzione, è emerso un quadro relativo al modus operandi mafioso meno violento e più imprenditoriale, con una forte attenzione alle dinamiche speculative e finanziariamente globalizzate. Pertanto, secondo l’ultimo rapporto della DIA, le organizzazioni mafiose, negli anni, sono diventate sempre più simili a strutture non più orientate al “saccheggio parassitario” ma ad una forma imprenditoriale evoluta, complessa e attenta ai rapporti collaborativi con professionisti collusi, nonché utili a reinvestire proventi illeciti con transazioni economiche che, non di rado, si consumano oltre i confini nazionali.
In riferimento alla criminalità organizzata campana, la DIA, ha evidenziato un’attenzione crescente della camorra su un ventaglio sempre più ampio di illeciti come droga, estorsioni, gioco d’azzardo e molto altro; un carico di attività illecite così importante da coinvolgere direttamente o per delega, altri gruppi criminali di calibro inferiore. Uno scenario, quello della Camorra, sempre più lontano dal vecchio sistema costituito prevalentemente da tanti piccoli gruppi che si contendono interessi e territori.

La Camorra
La scelta della camorra di inglobare realtà criminali costituite da gruppi inferiori, ha rimarcato la necessità di dover necessariamente ricorrere ad una struttura ben organizzata e stratificata su vari livelli decisionali. Capace di reggere il peso di una camorra sempre più simile ad una “Holding” dedita ad un profitto che verte su un corredo di attività a basso rischio giudiziario e abile nel coinvolgere vari settori dell’imprenditoria oltre che della pubblica amministrazione. Da qui, il cosiddetto “sistema” fatto di rapporti consolidati e coordinati per raggiungere obiettivi comuni, tutti finalizzati all'arricchimento illecito.
Tuttavia, come in ogni struttura verticistica che si rispetti, la base viene rappresentata da persone sempre meno agiate sia dal punto di vista economico che culturale.
Difatti, in contrapposizione ai cosiddetti “colletti bianchi”, alla base della nuova e complessa organizzazione camorristica troviamo fasce sociali afflitte da disoccupazione e dispersione scolastica oltre che da problemi socio-culturali di varia natura, tuttavia, utili a far progredire gli interessi mafiosi nonostante la violenza perpetrata “nei vicoli e nelle stese” per avanzare, seppur su scale minore, nel controllo del territorio locale e dei relativi profitti riconducibili a racket e droga.
Una “dicotomia”, così definita nell'ultimo rapporto della DIA, che si è manifestata in maniera ancora più preponderante con gli effetti della pandemia da Covid-19 che, sia sul piano sociale che economico, ha generato un incremento maggiore della fascia di popolazione campana esposta alla povertà e, conseguentemente, al richiamo di una più redditizia attività criminale.


napoli citta clan

Nel suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022, il Presidente della Corte di Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis Di Prossedi, ha fornito alcuni dati sull’evoluzione della criminalità organizzata in relazione all’impatto della pandemia da Covid-19 sull’economia: “Durante il periodo di lockdown, si è registrata la complessiva riduzione dei reati di natura violenta e con l’uso delle armi, nonché una rimodulazione delle modalità di approvvigionamento e spaccio delle sostanze stupefacenti consegnate ‘a domicilio’.” - prosegue - “Nel periodo immediatamente successivo (luglio - settembre 2020, ndr), si è avuta una ‘fase 2’ nel trend criminale - ha sottolineato Giuseppe De Carolis -, con una forte ripresa delle attività estorsive che si è manifestata, prevalentemente, con atti intimidatori. Un aumento, a causa della crisi economica determinatasi, delle richieste di denaro a tasso usuraio ai gruppi più strutturati e dediti a tale tipo di attività; una immediata infiltrazione criminale nel settore economico-commerciale per l’accaparramento di liquidità, in considerazione degli ultimi interventi normativi che prevedono prestiti agevolati con fondi di garanzia per le imprese in difficoltà”.
Oltre a diversi consigli comunali sciolti tra il 2021 ed il 2022 per infiltrazione mafiosa, solo nel secondo semestre del 2021, i Prefetti di Napoli e Caserta hanno rispettivamente emesso 39 e 24 interdittive antimafia nei confronti di ditte operanti per lo più nel settore edile, agricolo, del commercio, dei servizi medico-sanitari, della ristorazione, delle onoranze funebri, dei centri estetici, del ciclo di smaltimento dei rifiuti, delle pulizie, dei trasporti e, infine, di giochi e scommesse; un settore particolarmente utile sia nelle operazioni di riciclaggio di denaro, sia come strumento di supporto economico alle famiglie dei detenuti, sia come strumento di investimenti ad alto potenziale remunerativo nei vari Paesi a regime fiscale agevolato.
Tuttavia, per la camorra, il canale di remunerazione principale rimane quello della droga. Difatti, nell’ultimo semestre 2021 che ha descritto la DIA, diverse attività investigative hanno permesso l’arresto di figure di rilievo nel quadro del narcotraffico internazionale, individuando per questo nuovi scenari di collaborazione attiva e continuativa con altre realtà criminali spesso di natura estera.
Dalla collaborazione internazionale nel mercato della droga con paesi del Sud America e della Spagna, come le altre mafie, anche la camorra ha ottenuto ingenti capitali finanziari.
Per comprendere il volume d’affari - ha precisato il rapporto trasmesso dalla DIA -, appare utile specificare che la cocaina acquistata in Perù veniva pagata circa duemila Euro al chilo, per poi essere reimmessa sul mercato partenopeo mediante la vendita all’ingrosso (panetti da un chilo, ndr) al prezzo di trenta/quarantamila Euro cadauno ed al dettaglio al prezzo di sessanta/settanta Euro al grammo”.

Le province
Nel vasto panorama della camorra napoletana, “due grandi cartelli” realizzano le principali attività criminali: il clan Mazzarella e l’Alleanza di Secondigliano con i relativi clan Contini, Mallardo e Licciardi a controllare buona parte delle attività economiche che fanno parte del tessuto socio-economico napoletano.
Per quanto riguarda il clan Mazzarella, invece, sembra prevalere la ricerca dei proficui  sodalizi nei territori di Marigliano, San Giorgio a Cremano e Somma Vesuviana, nonché nella vicina Salerno, mirando per questo all’imposizione di tangenti sui grossi appalti anche attraverso l’instaurazione di rapporti con elementi delle pubbliche amministrazioni.
Tra i vari clan presenti in Campania, emerge quello dei Casalesi che figura tra le organizzazioni camorristiche con maggiore attinenza agli affari illeciti. Avvalendosi di importanti collaborazioni con i “colletti bianchi” e con un approccio definito da diversi collaboratori di giustizia come strategicamente “pacifista”,  il clan dei Casalesi, in silenzio, ha instaurato importanti rapporti di compiacenza con funzionari pubblici capaci di far penetrare la camorra casertana nelle maglie della pubblica amministrazione.


camorra mappa dia

Per quanto riguarda l'avellinese, la storica presenza del clan Genovese altrimenti conosciuto con il nome di “Partenio”, snellito nel tempo da decessi e detenzioni, ha riformulato la propria struttura con un nuovo gruppo denominato “Nuovo Clan del Partenio o Clan del Partenio 2.0”.
Nel beneventano, invece, permangono i clan Sperandeo attivo nel territorio con attività principalmente volte al racket e alle estorsioni, seguono il clan Pagnozzi, Nizza, Iadanza-Panella e Saturnino-Bisesto spesso appoggiato a gruppi criminali minori.
Infine, a Salerno, con il clan D’Agostino, perdurano le attività volte all’espansione attraverso l’emergenza sanitaria e i prestiti di denaro ad attività commerciali in difficoltà economiche, con il fine ultimo di “fagocitare” le imprese e favorire per questo il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite.

Le attività della Camorra all’estero
Negli anni, il contrasto alle mafie è diventato oggetto di interesse per l’intera comunità internazionale ed europea, soprattutto, in vista del miglioramento tecnologico che ha investito le mafie davanti alla globalizzazione che avanzava e continua a progredire principalmente in seno al fruttuoso mercato del web attraverso le criptovalute, il dark web e molto altro ancora.
In riferimento alla camorra, il rapporto della DIA, non solo ha evidenziato un’attività sempre più laboriosa in Spagna nei territori di Barcellona, Tarragona, Valencia, Tenerife ed Ibiza ma, anche in territori francesi dove, con il contributo di personaggi come Giovanni Tagliamento dello storico clan napoletano Zaza, è riuscita unitamente ad altre realtà provenienti dalla criminalità calabrese e marsigliese, a mettere radici anche in Costa Azzurra.
Inoltre, nel Regno Unito, oltre ad essere stati intercettati numerosi segnali di attività mafiosa di natura finanziaria e di droga in seno alla 'Ndrangheta, sono state rinvenute, così come in Germania - ha sottolineato la DIA nel suo rapporto -, altrettante attività di contraffazione merci gestite dalla Camorra.
L’intensa attività camorristica è stata rilevata anche in Austria dove, il sodalizio caratterizzato dall’unione dei clan Gionta-Ascione-Papale-Ianuale-Elia, determina il traffico di armi al confine con la vicina Udine.
Infine, l’intensa attività portata avanti dalla camorra fuori dai confini regionali e nazionali approda anche in Romania, dove il business del commercio relativo ai prodotti petroliferi, unito a quello delle scommesse online, favorisce il riciclaggio di denaro attraverso la costituzione di società commerciali ad hoc.

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