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La Corte di Appello di Firenze ha confermato la confisca di per 10 milioni di euro all'imprenditore alberghiero Francesco Rastelli, originario di Boscoreale (Napoli). I beni oggetto del provvedimento di confisca sono ubicati nelle province di Firenze, Pistoia, Roma e Venezia e consistono in 4 società, 3 fabbricati, tra cui 2 alberghi, 7 automezzi e decine di rapporti finanziari, per un valore complessivamente stimato di oltre 10 milioni di euro.
Nello specifico il provvedimento era stato eseguito grazie anche alla coordinazione della DDA di Firenze nelle personalità del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e del sostituto procuratore Giulio Monferini il quale ha chiesto un anno e mezzo di condanna per l'imputato.
La Dia ha ricostruito il profilo soggettivo ed analizzato gli aspetti patrimoniali dell'intero nucleo familiare accertando una rilevante sproporzione tra la ricchezza accumulata negli anni anche per interposta persona e quanto dichiarato al fisco.
Inoltre la decisione, secondo la Direzione Investigativa Antimafia, era giunta al termine di un procedimento di prevenzione iniziato nel 2020 con il sequestro in esecuzione di una misura adottata dal tribunale di Firenze su proposta del direttore della Dia. Il sequestro c'era stato a seguito delle indagini economiche patrimoniali "tese a dimostrare la pericolosità sociale dell'imprenditore - ha spiegato la Dia -, legato ad ambienti camorristici napoletani, e la sproporzione tra la ricchezza accumulata negli anni e i redditi dichiarati". Rastelli aveva presentato ricorso in appello, ma la Dia e la procura di Firenze avevano svolto nuove indagini economiche e patrimoniali. Nella sua decisione la Corte d'appello "ha ritenuto ampiamente provate sia la pericolosità sia quella qualificata dell'imprenditore, nonché la rilevanza della sproporzione tra i redditi dichiarati dallo stesso e le somme delle quali non è stata riconosciuta la legittima provenienza". Il ricorso di Rastelli, ha spiegato la stessa Dia, è stato "respinto perché infondato in tutti i suoi motivi e il provvedimento di confisca del tribunale di Firenze integralmente confermato". Inoltre il tribunale di Firenze ha affidato la conduzione delle società e degli alberghi a un amministratore giudiziario. In piena pandemia è stato possibile utilizzare una struttura sequestrata come albergo Covid.

Le risultanze investigative
L'imprenditore, secondo quanto riportato nel decreto di confisca emesso dal tribunale, si era trasferito in Toscana negli anni novanta e dal 1997 ha spostato la sua residenza insieme a tutta la famiglia da Carmignano (PO) al comune di Montecatini Terme (PT). Il soggetto, sempre secondo gli atti, è gravato da plurime condanne irrevocabili, come riportate nel Certificato del Casellario, che danno conto della commissione di delitti di vario genere e gravità, tra cui molti contro il patrimonio, di consistente portata lucro-genetica. Inoltre è stato dagli inquirenti ritenuto legato agli ambienti camorristici napoletani ed in particolare al clan Formicola. Infatti come riportato nel documento l'uomo nella fattispecie è stato indicato come soggetto che vive abitualmente, o almeno in parte, con i proventi di attività delittuose (art. 4, comma 1, lett c e art. 1, lett. B, D.L.gs. n. 159/2011) e indiziato di reati aggravati ai sensi dell'art. 7 L. 203/91 (art 4 lett. B con riferimento all'art 51 co. 3bis cpp). C in quanto appartenente ad associazioni di cui all'art. 416 bis CP (art 4 lett. A e B del d.lgs. 159/2011).
La sua carriera criminale è iniziata nel lontano 1985 (all'età di soli 19 anni), con associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine nonché detenzione di armi, per poi proseguire nella prima metà degli anni novanta con truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica (1992), emissione di assegni senza provvista (1993), plurime ricettazioni nel 1992, altre ricettazioni continuate nel 1994 e quindi negli anni 2000/2002, nonché, violazioni di sigilli nel 2000 e delitti in materia edilizia commessi in vari anni (anche con costruzioni totalmente abusive di immobili di oltre 100 metri quadrati).
Inoltre Rastelli Francesco era già stato oggetto di diversi provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria come l'arresto per omicidio volontario, tentato omicidio, rapina, detenzione di armi da fuoco e altri reati legati al riciclaggio e contro la pubblica amministrazione.

Foto © Imagoeconomica

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