Condanna all'ergastolo confermata in Cassazione per Francesco Schiavone detto 'Sandokan', capo dei Casalesi, da tempo in carcere al regime speciale del 41bis, per l'omicidio di Antonio Diana, vigile urbano di San Cipriano d'Aversa, assassinato nel novembre 1998. La Suprema Corte ha confermato il verdetto emesso nel 2019 dalla Corte d'Appello di Napoli, mettendo la parola fine ad un procedimento in cui i protagonisti sono stati i collaboratori di giustizia, tra cui l'ex boss latitante Antonio Iovine, Carmine Schiavone, Giuseppe Quadrano. Sono state le loro dichiarazioni a permettere alla Dda di risolvere un caso dopo 30 anni e ricostruire i nomi e i ruoli di mandanti ed esecutori del delitto, nove in totale già quasi tutti condannati in abbreviato tranne che 'Sandokan'.
In questi anni, inchieste e processo hanno dimostrato come Francesco Schiavone sia stato il mandante del delitto. Il vigile urbano Antonio Diana fu ucciso nell'ambito della faida che a fine anni '80 contrappose i gruppi guidati da Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti a quello del fondatore del clan, Antonio Bardellino. In particolare l'omicidio di Diana fu una risposta all'omicidio di Michele Russo, vicino a Sandokan e ucciso dai killer di Bardellino; Francesco Schiavone credeva che il vigile urbano avesse fatto da specchiettista, persona cioé che rivela al gruppo di fuoco i movimenti della vittima.
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Camorra: omicidio vigile, Cassazione conferma ergastolo a boss
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