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di AMDuemila
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, a Frattamaggiore (NA), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di un 34enne contiguo al clan camorristico 'Pezzella', operante a Cardito e comuni limitrofi, ritenuto gravemente indiziato di omicidio volontario in concorso, occultamento di cadavere, porto e detenzione illegale di arma da fuoco, reati aggravati dalle modalità mafiose e finalizzato ad accrescere il prestigio del predetto sodalizio criminale. Il caso di lupara bianca è avvenuto nel febbraio scorso.
L'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e condotta dal Nucleo Investigativo, è stata avviata il 14 febbraio scorso, quando la moglie di Vincenzo Pellino, 44enne, già affiliato al clan, aveva denunciato la scomparsa di quest'ultimo. Le investigazioni, che hanno visto i militari impegnati in indagini tradizionali e di tipo tecnico, hanno consentito di documentare che: l'omicidio di Pellino è stato eseguito con le modalità della lupara bianca. Sono stati acquisiti gravissimi indizi a carico dell'indagato che avrebbe agito, insieme con un'altra persona non identificata, uccidendo l'uomo a colpi d'arma da fuoco, nascondendo poi il cadavere (ad oggi non ancora rinvenuto). Nello specifico si è appurato che Pellino il 13 febbraio aveva incontrato l'indagato nei pressi di un esercizio commerciale di Frattamaggiore e i due si erano allontanati a bordo dell'auto dell'arrestato. Da quel momento nessuno ha più visto il 44enne, salvo poi scoprire che è rimasto vittima di omicidio. L'azione delittuosa sarebbe quindi da ascrivere ad un'epurazione interna al clan.

Foto © Imagoeconomica

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