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di AMDuemila
Questa mattina, congiuntamente, carabinieri e polizia hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di due persone ritenute a vario titolo responsabili di omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, incendio, ricettazione, aggravate dalle finalità mafiose. In manette sono finiti Giovanni Salomone e Giovanni Borrelli. Il provvedimento cautelare è stato emesso al termine di una intensa e articolata attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Nucleo Investigativo di Napoli, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due in relazione all'omicidio di Luigi Mignano, 57 anni, ucciso il 9 aprile 2019, in via Ravello, mentre stava accompagnando a scuola insieme al figlio, rimasto ferito nell'agguato, il nipotino. Le indagini sotto il continuo coordinamento dalla Dda di Napoli avevano già permesso a meno di un mese dall'evento di emettere all'autorità giudiziaria inquirente un provvedimento emergenziale di fermo, eseguito il 4 maggio 2019, nei confronti di sette persone, elementi apicali e affiliati al clan D'Amico, articolazione del gruppo camorristico Mazzarella operante nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. L'attività investigativa ha consentito, in particolare, di raccogliere ulteriori indizi che, oltre a far emergere responsabilità nei confronti degli altri componenti del commando, oggi arrestato, hanno permesso di ricostruire in maniera definitiva tutte le fasi dell'azione delittuosa, che va ricondotta nell'ambito della contrapposizione armata tra i clan Mazzarella, e Rinaldi, per il controllo delle attività illecite nell'area orientale del capoluogo campano.

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