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Nel mirino dei finanzieri il clan Cesarano
di AMDuemila
Stamattina la Guardia di finanza di Torre Annunziata (Napoli), coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, ha eseguito venti misure cautelari nei confronti di 20 persone ritenute dagli investigatori appartenenti al clan Cesarano di Castellammare di Stabia (Napoli). Gli arrestati sono indagati di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. In particolare, secondo le indagini il clan Cesarano di Castellammare di Stabia comprava la cocaina dai "broker" del clan Contini di Napoli (una delle famiglie della cosiddetta Alleanza di Secondigliano, ndr), droga che poi vendeva nelle "sue" zone a sud del capoluogo (tra Castellammare, Pompei, Scafati e Santa Maria la Carità) ma anche ai clan della Piana del Sele, nel Salernitano, come i Pecoraro-Renna. Dall'attività investigativa è emersa anche una vera e propria collaborazione con un clan salernitano: i "picchiatori" dei Pecoraro-Renna che venivano chiamati in causa dai Cesarano per "ammorbidire" con le percosse gli imprenditori che si mostravano reticenti al pagamento del "pizzo". Il controllo del territorio da parte dei Cesarano, secondo la magistratura, “è pervasivo e asfissiante". Il denaro veniva impiegato per comprare la droga dai Contini e per stipendiare gli affiliati e i carcerati. Giovanni Cesarano (anche lui già in carcere), viene considerato il capo degli estorsori del clan: quando viene intercettato è in prova ai servizi sociali. Sta scontando 25 anni di carcere per un omicidio commesso in Germania, quello di Giuseppe Ambruoso. Ogni giorno, alle 8.30, prende servizio come operaio in una ditta che lavora l'alluminio. Ma prima di entrare in servizio si incontra con Falanga e gli fa la lista degli imprenditori, settore per settore, da taglieggiare. Tra questi figura anche Adolfo Greco, l'imprenditore stabiese del latte (finito sotto indagine in un'altra inchiesta): "Oggi fai latte, alluminio e legno". La figura di Giovanni Cesarano emerge per la particolare prepotenza che usa anche nei confronti dei suoi sottoposti incaricati di ritirare il "pizzo". In un'altra intercettazione viene ascoltato dagli investigatori mentre, con Aniello Falanga, intimidisce i suoi uomini: "Se ti dico struppialo (riducilo male, ndr), tu vai là e struppialo... se non paghi (gli dice di riferire alla vittima, ndr) ti siedono sulla sedia a rotelle e ne esci con il cucchiaino”.

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