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di AMDuemila
Nella notte la Polizia, su delega dei pm Henry John Woodcock e Antonella Fratello, ha eseguito 23 ordinanze di custodia cautelare a Napoli. Le indagini hanno consentito di accertare l'esistenza di un nuovo clan della camorra dei Montescuro, attivo nella zona del porto cittadino in particolare nel quartiere di Sant’Erasmo. In manette sono finiti esponenti del clan D'Amico, Rinaldi e Aprea.
A capo del sodalizio ci sarebbe Carmine Montescuro (anche lui arrestato), soprannominato "o' munuzz'", personaggio di notevole carisma criminale che oltre a svolgere, da almeno vent'anni, il ruolo di mediatore nelle controversie insorte tra le diverse organizzazioni di Camorra, dirige anche un proprio gruppo autonomo che agisce seguendo gli schemi comuni delle organizzazioni mafiose, imponendosi sul territorio e controllandone tutte le attività illecite, ha la disponibilità di una cassa comune e di armi, ha rapporti con le altre organizzazioni criminali, provvede alla difesa tecnica degli affiliati ed al mantenimento dei detenuti e delle loro famiglie, oltre che al pagamento di uno stipendio agli associati e ha la capacità di infiltrarsi nel tessuto produttivo con una notevole attività di riciclaggio. Dagli elementi riportati nel provvedimento cautelare risulta che sono state commesse estorsioni anche nei confronti degli imprenditori impegnati nei lavori di rifacimento e manutenzione della sede stradale che parte da via Marina e interessa anche l'area portuale fino alla zona orientale. I proventi delle estorsioni ai cantieri commesse dal clan Montescuro sono stati suddivisi tra le varie organizzazioni criminali, destinatarie di una quota determinata in base all'influenza sul territorio. Quello di Montescuro era un lavoro attento finalizzato a delinquere curando nei minimi dettagli le relazioni con le altre realtà criminali della zona per evitare conflitti, e riuscendo a garantire, al contempo, il regolare svolgimento delle attività estorsive e la partecipazione di tutti ai profitti illeciti, tanto che alcuni collaboratori di giustizia, in virtù della posizione neutrale assunta, hanno indicato S. Erasmo - luogo di operatività del clan Montescuro - come una "piccola Svizzera".

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