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di AMDuemila
Era in arrivo da Bucarest in Romania

L’imprenditore Vincenzo Inquieto, 51 anni, esponente del clan dei casalesi accusato di associazione di tipo mafioso e di aver favorito la latitanza del boss Michele Zagaria detto “Capastorta”, è stato arrestato ieri sera all’aeroporto di Capodichino. Grazie a un continuo monitoraggio da parte degli investigatori sui continui spostamenti dell'imprenditore aversano il quale, giunto in Italia con un volo proveniente da Bucarest, ha trovato ad accoglierlo gli agenti della Dia di Napoli. Inoltre, è stato disposto dall'Autorità Giudiziaria partenopea il sequestro di un immobile di proprietà di Inquieto e fittiziamente intestato ad una persona deceduta.
Dalle indagini è venuto a galla che gli affari dei Casalesi sarebbero stati gestiti, negli ultimi anni, da una serie di imprenditori aggregatosi alla famiglia Zagaria. Secondo gli investigatori, in questo contesto si sarebbe inserita la famiglia Inquieto, originaria di Aversa nel casertano, con i fratelli Vincenzo e Nicola (già arrestato nell'aprile 2018 in Romania) avrebbe favorito la latitanza del boss Michele Zagaria. Dalle indagini è emerso che il ruolo di Vincenzo Inquieto sarebbe stato anche quello di coadiuvarlo nelle relazioni esterne: riceveva ed inviava pizzini per conto del boss ed interagiva con gli altri componenti della famiglia Zagaria. Nel dettaglio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Inquieto, fino al 2011, attraverso due aziende, operanti entrambe nel settore edile, idraulico ed elettrico e della distribuzione del gas, veniva favorito nell'affidamento di commesse pubbliche e private, nell'intero agro aversano, per intercessione del suo capo “Capastorta”.
L’importante operazione odierna e al seguito di quella del 12 aprile 2019 quando, in esecuzione ad un analogo provvedimento restrittivo, fu tratto in arresto, a Pitesti, in Romania, il fratello Nicola Inquieto poi condannato lo scorso maggio in primo grado dal Tribunale di Napoli Nord a 16 anni di carcere per la partecipazione al sodalizio casalese. In quell’occasione fu eseguito uno dei più importanti sequestri operati dalla magistratura italiana all'estero (oltre 400 appartamenti, tre società, tutti riconducibili a Michele Zagaria e gestiti, per suo conto, da Nicola Inquieto). Secondo gli investigatori dopo l’arresto del fratello Nicola, Vincenzo, che si era trasferito a Pitesti subito dopo la sua scarcerazione, sarebbe diventato il nuovo rappresentante della famiglia Inquieto in territorio romeno, dove abitava stabilmente, facendo raramente rientro in Italia.

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