di AMDuemila
"C'è un nuovo gruppo costituito da giovani parenti di vecchi boss"
Malgrado i numerosi arresti, le collaborazioni con la giustizia di personalità "eccellenti" (come Nicola Schiavone, figlio del boss "Sandokan") e le faide intestine, il clan dei Casalesi pare sia ancora in salute e soprattutto "unito". Lo afferma ai magistrati della Dda il collaboratore Salvatore Orabona il quale, parlando di Enrico Verso, il cognato di Raffaele Bidognetti, detto ‘o puffo, collaboratore di giustizia e figlio del capoclan Francesco Bidognetti, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulle società di vigilanza legate alla camorra, sostiene che il noto clan camorristico abbia superato il momento di crisi con la formazione di un gruppo compatto composto da giovani parenti dei vecchi esponenti dei casalesi. Orabona ha anche rivelato quale sia l'attuale linea operativa che i boss stanno seguendo. “Il nuovo gruppo dei casalesi non è più interessato a faide interne, nè a commettere omicidi, ma a gestire settori imprenditoriali e altre attività dalle quali trarre lauti guadagni. Di conseguenza, noi fazione Schiavone abbiamo operato unitamente al … gruppo Bidognetti anche se di questi ultimi in libertà sono rimasti in pochi. Tra questi vi è Enrico Verso”. Quest'ultimo, ha continuato il pentito, “fa oggi parte di un gruppo che si può considerare unitario. Insieme ad altre persone, che sono definibili come facendo capo a Bidognetti, controllano i Comuni di Parete e Lasciano per l’agro aversano e i comuni di Villa Literno e il litorale Domizio”. "In passato - ha aggiunto - come è noto il gruppo Bidognetti era distaccato dagli altri ma ora non è più così ed in questo momento il gruppo si può considerare unico ed è sbagliato dire che il clan dei casalesi è finito. Vi è infatti un nuovo gruppo di soggetti, molti dei quali giovani e legati da rapporto dì parentela (fìgli) ai vecchi esponenti del clan".