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di AMDuemila - Video
Ieri mattina la Squadra Mobile di Caserta ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di 30 presunti affiliati al clan camorristico Piccolo-Letizia attivo nella città di Marcianise (Caserta). L'indagine è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
A dodici indagati, già detenuti, il provvedimento è stato notificato in carcere. Il clan Piccolo da anni è in lotta con l'altro clan di Marcianise, i Belforte, per il controllo degli affari illeciti della zona, dalle estorsioni alla droga alla gestione degli appalti pubblici. Gli inquirenti infatti hanno ricostruito gli ultimi anni di attività criminali tra affari illeciti e fatti di sangue.
Tra le persone colpite dal provvedimento il boss 59enne Pasquale Piccolo, detto "Rockfeller" e del gruppo alleato dei Perreca di Recale. Un clan, quello dei Piccolo-Letizia, uscito sconfitto dalla cruenta guerra di camorra combattuta con il clan rivale dei Belforte, a cavallo tra gli anni '90 e 2000, ma poi "risorto" dopo il 2005 in seguito ai colpi assestati da forze dell'ordine e magistratura agli stessi Belforte, peraltro messi in ginocchio anche dai continui pentimenti di capi e gregari. Determinanti per le indagini le intercettazioni dei colloqui in carcere tra gli affiliati detenuti e i parenti, e le stesse collaborazioni in seno al clan Belforte, che hanno squarciato un velo anche sugli affari del clan concorrente dei Piccolo. Dalle indagini sono emersi anche contrasti all'interno della stessa cosca, tra i Piccolo e i Letizia. Achille Piccolo, 44enne esponente di spicco del clan, già detenuto, parlando in carcere con il fratello 39enne Angelo, anch'egli tra i destinatari dell'ordinanza, ribadisce la sua leadership all'interno del clan. "Sono io che comando" dice. Il boss Pasquale Piccolo - hanno accertato i poliziotti della Squadra Mobile - avrebbe invece commissionato al nipote Domenico l'incendio di un'auto di proprietà di un affiliato ai Letizia. Ma ciò che emerge è il condizionamento da parte della camorra delle attività imprenditoriali della zona, tutte sottoposte ad estorsione.

Fonte ANSA

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