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Operazione oggi della Guardia di Finanza
di Francesco Ferrigno

A pochi passi dal Santuario di Pompei un bar gestito dalla camorra: è quanto hanno scoperto gli uomini della guardia di finanza che questa mattina hanno posto sotto sequestro le due società che lo gestivano. L’operazione è stata effettuata dal gruppo di Torre Annunziata, agli ordini del colonnello Agostino Tortora, e dalla compagnia di Castellammare, guidata dal capitano Salvatore Della Corte. I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro ai sensi del “Codice antimafia” emesso dal Tribunale di Napoli, sezione delle misure di prevenzione, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea.
A gestire il bar, susseguendosi tra loro, due attività commerciali il cui valore complessivo si aggira intorno ai 120mila euro. Il bar era intestato formalmente ad un prestanome ma effettivamente era di proprietà del pluripregiudicato Giovanni Cesarano, affiliato al clan di camorra dei Cesarano, radicato nel quartiere Ponte Persica, al confine tra le città di Pompei e Castellammare. Stando alle indagini effettuate dalla guardia di finanza è emerso che l’attività commerciale era stata acquisita con proventi illeciti e che veniva utilizzata come base operativa e logistica dalla cosca.
Il bar, insomma, serviva ad ospitare summit tra affiliati e per riscuotere le “rate” periodiche da parte dei commercianti della zona vittime di estorsione. Cesarano si sarebbe spogliato della titolarità dell’esercizio commerciale intestandolo a “teste di legno”, rappresentanti legali delle due società poste sotto sequestro, per eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale. Il contratto di cessione del ramo di azienda tra le due società era stato saldato mediante un assegno bancario, mai stato posto all’incasso da parte della società cedente.

Foto © Imagoeconomica

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