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di Francesco Ferrigno
Era sfuggita a novembre al blitz che ha portato in carcere più di 40 affiliati del clan Lo Russo di Napoli: ieri mattina a Castelvolturno, in provincia di Caserta, è finita la latitanza di Anna Aceto. La 65enne affiliata alla cosca e a capo di una piazza di spaccio del rione San Gennaro è stata bloccata dai carabinieri in un appartamento. Secondo gli investigatori la donna si spostava di nascondiglio in nascondiglio. Ad effettuare l’operazione i carabinieri del Nucleo operativo della compagnia Napoli Vomero, con la collaborazione di colleghi del reggimento Campania e della compagnia di Mondragone.
Le forze dell’ordine hanno bussato alla porta di un appartamento di Castelvolturno. Senza aprire il portoncino ha risposto un uomo che, alla parola “carabinieri” si è rivolto all’interno dicendo: “Anna alzati, è per te”. Immediata a quel punto l’irruzione dei militari che hanno bloccato la donna, arrestandola. Su un letto c’erano già le valigie chiuse, segno che stava per spostarsi di nuovo. Aceto dovrà rispondere di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di droga aggravata da finalità mafiose e, dopo la notifica del provvedimento, è stata trasferita al carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo che era con lei, Pietro Esposito, un 54enne di Napoli, è stato arrestato per favoreggiamento poiché dava ospitalità alla latitante e tradotto ai domiciliari.
Si è così concluso il blitz contro il clan Lo Russo, i cosiddetti “capitoni” che controllano l’area di Miano, quartiere della periferia nord di Napoli. L’operazione era stata incentrata su armi e narcotraffico. Armi da guerra per difendere il proprio territorio e droga importata dal Sudamerica: un quadro ricostruito anche dalle dichiarazioni dei pentiti “eccellenti” dello stesso clan Lo Russo, ovvero Mario Lo Russo, Carlo Lo Russo e Antonio Lo Russo. Carabinieri e polizia sono riusciti a risalire l’intera filiera, dai narcos che hanno agito sfruttando i canali di fornitura estera fino agli spacciatori che si sono occupati della distribuzione al dettaglio nelle piazze di spaccio di cocaina, eroina, marijuana ed hashish.
I trafficanti non solo rifornivano le zone dei Lo Russo, ma questi ultimi pretendevano una tangente mensile da 10mila euro dagli stessi narcos per perdere “l’esclusiva”. In questo modo i narcotrafficanti potevano vendere la droga anche ad altri clan e gruppi di Napoli e del Vesuviano. Nel corso delle indagini è anche stato rinvenuto un arsenale pronto all’uso che era stato messo a disposizione degli affiliati nascondendolo, ma a portata di mano, nel vano ascensore di uno degli edifici di via Janfolla, nel cuore del rione Miano. In un borsone si trovavano armi oliate ed efficienti e circa 1000 munizioni.

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