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di Francesco Ferrigno - Video
L’obiettivo era quello di imporre ai negozianti l’acquisto di materie prima da fornitori “di fiducia”, ovviamente a costi esorbitanti, per “mantenere i carcerati”. La denuncia di alcuni commercianti e le indagini dei carabinieri hanno permesso l’arresto di tre persone legate al cartello camorristico degli Abete-Abbinante-Aprea-Notturno, attivo nella zona di Scampia a Napoli. I militari della compagnia di Napoli Stella hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea nei confronti di Gennaro Benvenuto di 22 anni, Michele Gaudino di 44 anni e Vincenzo De Luca di 25 anni. Per tutti l’accusa è di tentata estorsione e violenza privata aggravati dal metodo mafioso.
L’inchiesta che ha fatto scattare le manette è partita proprio dalle zone dove è forte l’influenza del clan Abete-Abbinante-Aprea-Notturno, ovvero da via Monte Rosa fino ai lotti di edilizia popolare T/A T/B (più noti come Chalet Baku), lotto H (i cosiddetti Sette Palazzi), lotto SC-3 (noto come la 33). Proprio dalla roccaforte della camorra, via Monte Rosa, sarebbero partite le segnalazioni alle forze dell’ordine, parallelamente al controllo del territorio preventivo. Via Monte Rosa, infatti, rappresenta uno dei centri nevralgici del quartiere Scampia per l’alta densità di attività commerciali, mentre la restante parte del rione è composta da lotti di edilizia popolare.



I carabinieri hanno documentato numerose richieste estorsive contro i gestori delle attività commerciali della zona, “invitati” ad acquistare le materie prime indispensabili all’attività da determinate ditte pagando il sovraprezzo necessario per garantire il mantenimento delle famiglie dei “carcerati”. Alcuni negozi sono stati più volte danneggiati anche con l’utilizzo di grossi petardi e i titolari sono stati presi di mira con vere e proprie rappresaglie costituite da minacce e ingiurie. “In questi frangenti la continua attività di monitoraggio dei carabinieri - hanno fatto sapere dall’Arma - ha permesso di scongiurare più gravi conseguenze e di dare, soprattutto, una significativa risposta in termini di capillare presenza e controllo del territorio e prossimità”.
Nel corso delle perquisizioni che hanno seguito gli arresti degli affiliati al clan i carabinieri hanno rinvenuto una pistola semiautomatica calibro 9 trovata carica e con 6 cartucce e 35 cartucce dello stesso calibro in una busta, 2 panetti di hashish (80 grammi), 5 dosi di cocaina (6 grammi) e 14 di eroina (13 grammi).

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