40 arresti per il clan Troia in provincia di Napoli
di Francesco Ferrigno
Spaccio di droga, banconote false, “difesa” del territorio da attacchi di altri gruppi criminali, come nel caso di un’autobomba esplosa. C’è tutto questo nell’inchiesta contro il clan Troia di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, che ha portato nelle scorse ore all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 40 persone, di cui 33 finite in carcere. A capo del clan la moglie del boss, ovvero Immacolata Iattarelli, e sua nuora, Concetta Aprea. Le donne hanno comandato la cosca dopo l’arresto del capoclan Ciro Troia e dei figli Francesco e Vincenzo (il marito di Aprea).
L’operazione è stata effettuata dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco e dai militari della stazione di San Giorgio a Cremano, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli. Tutti gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso e associazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti e di banconote false.
L’indagine ha permesso di ricostruire le attività del clan Troia a partire dal 2010 e si è avvalsa di intercettazioni dei colloqui in carcere e di corrispondenza, intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che in servizi di osservazione e nell’acquisizione delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza installati dalla Procura di Napoli. Iattarelli ha gestito in maniera esclusiva le piazze di spaccio di cocaina, marijuana, hashish, crack sparse sul territorio, imponendo tangenti ai capi piazza ed organizzando la spendita di banconote false da 100 euro.
“La gestione delle piazze di spaccio ed il controllo del territorio di San Giorgio a Cremano - hanno fatto sapere gli inquirenti - sono state anche fonte di una faida con altre organizzazioni criminali e hanno dato luogo a numerose azioni violente tra le quali l’esplosione, nel mese di aprile 2016, di un’autobomba posizionata nei pressi dell’abitazione di Immacolata Iattarelli”.
Due donne a capo della cosca: droga, soldi falsi e faida di Camorra
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