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stesa rione sanitadi AMDuemila
Nella scorsa notte colpi di arma da fuoco sono tornati a riecheggiare nel quartiere Sanità di Napoli, in via Arena. Ad essere colpiti dai proiettili (tre per esercizio commerciale) un negozio di intimo e una bottega storica del quartiere. E' la quarta "stesa" nell’arco di dieci giorni. Un dato numerico che allarma se si considera che negli ultimi tempi nel quartiere si stava respirando un'aria nuova con un'importante spinta di rinnovamento culturale. Due le ipotesi investigative: da una parte il rischio di una nuova faida tra i clan Sequino e i clan dei Mauro e Vastarella, dall'altra una nuova stretta della camorra sui commercianti in vista delle festività natalizie.
Uno dei negozi colpiti nella scorsa notte, infatti, fa parte dell’associazione anti-racket partenopea. Certo è che nell'ultima settimana erano state diverse le avvisaglie di una nuova ondata criminale.
Nei giorni scorsi persino via Facebook erano state lanciate sfide e minacce anche a commento di raid precedenti con tanto di "ironie" sul fatto che gli autori sparavano "in alto alle quaglie e ai piccioni mentre i guappi veri fanno i morti". Una provocazione inquietante che allarma tanti addetti ai lavori. Cittadini e commercianti hanno timore che il quartiere possa diventare nuovamente teatro di delitti efferati. Delitti in cui può essere versato anche del sangue innocente, come successo per il 17enne Genny Casarano, ucciso da un proiettile vagante.
Un incoraggiamento è arrivato dal Presidente della III municipalità, Ivo Poggiani, che ha invitato la cittadinanza a mantenere alta l’attenzione. Poggiani, insieme al presidente onorario dell’associazione Antiracket Tano Grasso ed il giornalista Sandro Ruotolo, ha lanciato un appello alle Istituzioni. “Non fermate la primavera al Rione Sanità - scrivono in unanota - Il nostro è un appello alle forze dell’ordine e alla magistratura affinché ci aiutino a sostenere la primavera nel Rione della Sanità. Il quartiere sta lentamente cambiando. Associazioni e istituzioni locali hanno avviato un percorso di legalità, all’indomani dell’omicidio di Genny Cesarano, avvenuto il 6 settembre del 2015, vittima innocente di un raid di camorra. Dopo due anni, finalmente stanno per entrare in funzione le prime telecamere, polizia e carabinieri presidiano, con costanza, il territorio. Ma non basta. I sei colpi di pistola esplosi nella notte contro due esercizi commerciali segnano un pericoloso passo indietro. Di recente ci sono stati commercianti che hanno denunciato i loro estortori”. Grasso, Rutolo e Poggiani hanno cercato di far fiorire il fiore della primavera in un quartiere ricco di cultura, dove per altro è nato il noto comico italiano, Totò, ma che fino a poco tempo fa ha visto il sopravvento della cultura camorrista. Nel concludere l’appello, lanciato anche su Facebook, Poggiani, Grasso e Rutolo hanno evidenziato come “questa è la strada vincente contro i clan che si combattono per il controllo del territorio. Le indagini della magistratura si fermano per troppo tempo negli uffici. I sei colpi di pistola contro le saracinesche dei negozi sono un atto intimidatorio nei confronti degli operatori commerciali che vogliono liberarsi dal cappio della camorra e hanno avviato il percorso per la costituzione di un’associazione Antiracket”.

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