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sequestro terzo sistemadi Francesco Ferrigno
Autovetture, negozi, un sito web, polizze assicurative, carte di credito e conti correnti: tutto, per un valore di oltre un milione di euro è finito sotto sequestro come ordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli. Ad essere colpiti sono stati i ragazzi di quello che è conosciuto alle cronache come il “terzo sistema” di Torre Annunziata, una nuova organizzazione criminale con base nella provincia partenopea.
I beni a cui i carabinieri del Nucleo Investigativo oplontino hanno apposto i sigilli, in esecuzione a un decreto di sequestro preventivo a fini di confisca, sarebbero stati accumulati dal terzo sistema tramite numerose condotte criminali: furti, rapine, estorsioni, detenzione di armi e di droga. Gli esponenti dell’organizzazione criminale sono già stati condannati oppure attendono l’imminente sentenza dopo il blitz anticamorra che li ha colpiti a luglio del 2016.
Secondo gli inquirenti il terzo sistema era composto da giovani poco più che maggiorenni che tra il 2015 ed il 2016 avevano lanciato il guanto di sfida ai due storici clan che da sempre si contendono gli affari illeciti a Torre Annunziata e nei Comuni limitrofi: Gallo-Cavalieri e Gionta (il capostipite di quest’ultima cosca, Valentino Gionta, era ritenuto il referente della mafia siciliana ed è stato condannato più volte all’ergastolo e si trova ristretto al 41bis per numerosi reati).
I ragazzi del terzo sistema erano nati come una costola dei Gionta prima di decidere di voler essere autonomi, anche se molti di loro provenivano da famiglie storicamente legate a uno dei due vecchi clan. Ciò che ne era scaturito era un clima di forte tensione in città: richieste estorsive, esplosioni di bombe carta, incendi e stese di camorra.
Il provvedimento di sequestro eseguito poche ore fa dai carabinieri ha colpito le proprietà o comunque i beni riconducibili ad Antonio Longobardi, Salvatore Orofino, Gennaro Pinto, Bruno Milite e Vittorio Della Ragione. Il decreto di sequestro riguarda: due autovetture, due attività commerciali a Torre Annunziata (un negozio di prodotti per la casa e una bottega di generi alimentari), una attività per la compravendita on-line di auto e moto, polizze assicurative e rapporti finanziari (carte di credito ricaricabili, conti correnti postali e bancari) intestati agli arrestati o ai loro familiari. L’Antimafia è giunta al sequestro tramite la sproporzione tra i redditi “ufficialmente” dichiarati dagli arrestati e la quantità di beni in loro possesso.
Tutti e cinque i giovani colpiti dal sequestro si trovano attualmente alla sbarra. La Dda, che è convinta che si tratti di una vera e propria nuova associazione criminale mafiosa, nei giorni scorsi ha chiesto davanti al gup di Napoli per loro ed altri due appartenenti al terzo sistema ben 81 anni di reclusione in totale. Altri alleati del terzo sistema sono già stati condannati con il rito ordinario, senza però l’aggravante dell’associazione mafiosa.

ANTIMAFIADuemila
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