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orfeo di canovadi Carlotta Baldi
E’ il 1989, quando inizia la prima indagine sui rifiuti illeciti nel territorio toscano per mano della Camorra.

Un’attività già presente  dagli anni ‘60/’70. Perché? La causa va fatta risalire ai soggiorni obbligati, che per l’epoca erano all’ordine del giorno, principalmente da regioni come Sicilia e Calabria. Tra le tante destinazioni di confino, per le sue numerosi carceri presenti sul territorio, c’è la Toscana. Tra il 1987 e il 1992 in 16 carceri locali ci furono 1.147 detenuti per reati di origine mafiosa. Ma il punto di interesse avviene verso gli anni ’80 che, con l’occasione del terremoto, quando la mafia mette le mani nelle tasche giuste, per creare affari. E’ così che hanno luogo unioni tra “imprenditori”dei Casalesi e titolari di ditte locali site in tutta la regione, creando cosi un corso di eventi illegali tramite un ciclo di smaltimento e stoccaggio di materiale altamente tossico e inquinante.

E oggi? La più grande inchiesta sui rifiuti è quella svoltasi dalla DDA di Firenze nel Febbraio 2011 chiamata EUROT, nel mirino sono finite ditte come la Eurotess di Montemurlo (PO), la quale era il supporto di regia per un traffico di rifiuti fatto di abiti riciclati. La destinazione era Ercolano (NA) con l‘aiuto del clan Birra-Iacomino, riutilizzavano tessuti sottoposti ad alcun trattamento sanitario, violando le norme di igiene e dei rifiuti. Conclusasi con l’arresto di 17 persone, tra condanne, patteggiamenti, riti abbreviati, rinvii a giudizio e assoluzioni, e chi più a ne metta, dopo due anni arriva la seconda parte dell’operazione, colpendo la ditta New Trade (PO) poi riconvertita  in Golden Point, con l’accusa di traffico di abiti e rifiuti plastici verso Cina e Tunisia.

L’11 settembre 2013 con un’operazione durata due anni, porta all’arresto di 5 affiliati al clan Molè e al sequestro di beni a Montecatini Terme, Gioa Tauro, Lamezia Terme. E’ il 9 ottobre 2013 invece, quando i carabinieri di Lucca arrestano 13 persone riconducibili alle famiglie del clan Facchineri, di Lucca e Pistoia, con l’accusa di gestire il traffico della droga locale, associazione a delinquere per estorsioni e detenzione illegale di armi.

Insomma come si denota dagli “anni” la mafia in Toscana non è giovane, anzi tutt’altro, secondo il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti  risale a quasi vent’anni fa sulla costa tirrenica, iniziando la spola tra la Toscana e la provincia di Caserta e Napoli, sverzando rifiuti tossici, speciali e fanghi nelle concerie di Santa Croce. Anche la nuova Linea Tav (di Firenze) sembra che abbia attirato l’interesse della Camorra, infatti dopo un controllo dei Ros, si è verificato che dopo la realizzazione dell’opera c’è stato uno smaltimento illegale di fanghi scatenando la curiosità di una ditta che pare abbia legami con i Casalesi.

Prendendo atto di questa situazione, è bene ricordare il forte potenziale che il fenomeno mafia ha su questa regione,non tralasciando nessun eventuale area di interesse, con la consapevolezza che anche in Toscana, LA MAFIA C’è.

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