Sette ordini di custodia eseguiti dalla Squadra Mobile di Palermo
di AMDuemila
Un giro d'affari di circa cinque milioni di euro per un traffico di stupefacenti florido tra Napoli e Palermo. E' quanto emerso in tre anni di indagini della squadra mobile palermitana, guidata da Rodolfo Ruperti che questa notte, su richiesta della Dda, ha eseguito sette misure di custodia cautelare nei confronti di figure cardine del giro d'affari che si sviluppava tra Napoli e Palermo.
Era dalla città partenopea che giungevano nel capoluogo siciliano fiumi di droga (circa mezza tonnellata di hashish e cocaina) pronti per lo spaccio. Lo stupefacente è stato sequestrato, in più riprese, tramite rinvenimenti che hanno portato, in corso d’indagine, a svariati arresti, in flagranza, di corrieri utilizzati dall’associazione criminale per il trasporto delle sostanze stupefacenti.
Tra gli arresti dell'operazione “Letium 4”, costola delle precedenti operazioni “Letium 1-2-3”, figurano anche alcuni soggetti vicini alle famiglie mafiose di "Brancaccio" e "Porta Nuova” e a clan camorristici. Dalle indagini è emerso come l'occultamento dello stupefacente, una volta giunto a Palermo, avveniva anche grazie alla preziosa collaborazione di un insospettabile "colletto bianco", impiegato in un ufficio di consulenza fiscale e, quindi, in condizione di stipulare contratti di affitto di box e magazzini senza destare sospetti.
Vendendo ed acquistando significative partite di droga, le due organizzazioni criminali, conquistano sempre maggiori “fette di mercato”, dimostrando così di essere, vicendevoli strumenti di accrescimento economico e criminale. Secondo gli inquirenti a capo del versante palermitano dell’associazione criminale vi sarebbero i pregiudicati Giovanni Alessi e Francesco Scimone, quest’ultimo figlio e fratello di due affiliati alla famiglia mafiosa di “Brancaccio” e lui stesso, di fatto, inserito nell’organigramma della stessa. Questi curavano l’approvvigionamento di droga con i referenti dell’organizzazione criminale napoletana, rappresentati, principalmente, da Domenico Capuozzo, noto pregiudicato per reati specifici nell’ambito del traffico di stupefacenti e vicino a clan camorristici. A quanto pare Capuozzo rivestiva un ruolo cruciale nell’ambito dei rapporti coi compratori palermitani e P.A., suo “factotum”, forniva assistenza nell’ambito di tutte le attività intraprese allo scopo di effettuare la vendita ed i trasporti in Sicilia della droga.
Inoltre sarebbe emerso che gli intermediari tra l’associazione palermitana ed i fornitori campani erano, invece, i fratelli Vincenzo Ferro, inteso “Renzo”, pregiudicato per reati specifici, nonché per associazione mafiosa ed estorsione aggravata, in quanto soggetto criminalmente connesso al noto boss Alessandro D’Ambrogio, capo del mandamento mafioso di “Porta Nuova” e Giuseppe Ferro. Entrambi si occupavano della ricezione dei corrieri provenienti da Napoli e dell’occultamento e smistamento della droga.