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gragnano panoramadi Pietro Nardiello - 14 maggio 2014
Giungi a Gragnano, paese dei monti Lattari, in provincia di Napoli e a due passi da Castellammare di Stabia e Sorrento e ti accorgi immediatamente del disordine, non solo urbanistico, nel quale è caduta questa cittadina, di circa trentamila abitanti, famosa in tutto il mondo per la pasta. Certo, dici Gragnano e dici immediatamente pasta, in particolare dei “maccaroni”, una produzione che risale addirittura alla fine del xvi secolo quando compaiono i primi pastifici a conduzione familiare. Una condizione climatica favorevole, ed un’industria che cresce e si evolve raggiungendo ogni angolo del mondo, mentre a testimonianza di quell’industria pioniera adesso è possibile ammirare la “Valle dei Mulini”. Ma Gragnano, già da allora, era  famosa per la produzione di pregiati tessuti. Bevo un caffè, rischio la multa, è quasi impossibile trovare parcheggio. "Più avanti dottore!!!", mi dice un passante. Un pastificio dismesso, adesso è più redditizio perché permette di affittare posti auto. C’è disordine a Gragnano, anche se qualcuno non lo vuole ammettere, mentre qualcun altro preferisce parlare solo di oro bianco, la pasta ovviamente, una grande eccellenza. Ma Gragnano è un comune sciolto da un decreto firmato dall’allora ministro degli interni Annamaria Cancellieri per infiltrazioni camorristiche.

“Non abbiamo nulla da spartire con questa gente”, riferisce un imprenditore. “Io ogni giorno esco di casa con le mie maestranze e so benissimo cosa vuol dire camorra”. In realtà nel decreto di scioglimento si legge che “il Comune presentava forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che comprometteva la libera determinazione e l’imparzialità degli organi elettivi, il buon andamento dell’amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica”. E’ bella Gragnano, non c’è dubbio, anche se cresciuta male con palazzoni che hanno praticamente distrutto l’armonia paesaggistica e architettonica. Ma Gragnano è stata governata peggio, il sindaco della scorsa legislatura era Annrita Patriarca, figlia del senatore della Democrazia Cristiana Francesco, condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e moglie del sindaco di San Cipriano D’Aversa Enrico Martinelli, condannato a sei anni di reclusione per lo stesso reato, quest’ultimo ritornato, dopo la scarcerazione, nella casa coniugale proprio in quel di Gragnano. Uno dei testimoni di nozze dei coniugi Martinelli-Patriarca? L’ex sottosegretario alle finanze Nicola Cosentino, la cui vicende sono ben conosciute. E’ influente la camorra a Gragnano, basta leggere il decreto di scioglimento del Comune per comprendere come l’indissolubile binomio criminalità-mala politica mantiene sotto scacco un intero paese. Il prossimo 25 maggio i cittadini gragnanesi ritorneranno alle urne. In corsa per le elezioni cinque candidati sindaci: Paolo Cimmino (Udc e varie liste civiche), Mario D’Apuzzo (Forza Italia, NCD e altre liste civiche), Silvana Somma (Pd e Centro Democratico), Biagio Galizia (Sinistra e Libertà) e Mario Lauritano (Fratelli D’Italia). Si rischia molto a Gragnano, perché le coalizione favorite, quelle dei candidati Cimmino, D’Apuzzo e Somma annoverano dei candidati presenti nel passato consiglio comunale commissariato per infiltrazioni camorristiche. Tanto è vero che i componenti dei giovani democratici del Partito Democratico Gragnanese hanno deciso di non partecipare alla campagna elettorale e di non sostenere nessun candidato. Ma al tavolo con la Somma, quando il centro sinistra ha iniziato a parlare di elezioni a Gragnano si erano seduti anche Cimmino e Galizia che poi si sono allontanati correndo da soli. Infine  giungono i volti nuovi di Fratelli D’Italia, da considerare sicuramente coraggiosi visto che hanno deciso di correre da soli in una  tornata elettorale a rischio inquinamento, dove si rischierà di compromettere tutto a causa di sicuri ed inevitabili condizionamenti politico-mafiosi.

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