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scampia-polizia-webdi Miriam Cuccu - 20 novembre 2012 - FOTOGALLERY
A Napoli la cocaina non si “tira”, si respira nell'aria. Ma non nelle vie del centro, lungo le strade cittadine. Napoli è quella città dove gli splendidi quartieri del centro storico di San Giuseppe e San Lorenzo convivono più o meno pacificamente con i “ghetti” nei quali la camorra convoglia le sue attività più lucrose. Tra tutte il traffico di stupefacenti, con Scampia come capitale.

Qui domanda e offerta si incontrano a cielo aperto, contribuendo all'aumento dell'enorme fatturato annuale dal quale si servono tanto i boss locali quanto i potenti narcotrafficanti sudamericani. Perchè si sa, il mercato della droga non conosce crisi. Con le sue venti piazze di spaccio al minuto e all'ingrosso, Scampia è in grado di fatturare dai 200 ai 500mila euro al giorno per piazza o a settimana. Milioni di euro gestiti dai clan camorristi tra i quali si distinguono gli scissionisti capeggiati da Raffaele Amato, e i Di Lauro che fanno riferimento al boss latitante Marco Di Lauro. Ogni clan ha dei rappresentanti in Spagna, l'anello di congiunzione tra gli esponenti della camorra e i narcos del Sudamerica.
Ed è l'egemonia sul mercato della droga la causa scatenante della faida che sta dissanguando quartieri come Scampia e Secondigliano, dove le famiglie lottano per accaparrarsi la fetta di torta più grande di un giro milionario che tocca i vertici dell'economia internazionale. Passando per le mani di collaborativi operatori finanziari, consulenti, commercialisti, i proventi della droga vengono così convogliati all'interno del mercato pulito grazie alla creazione di società dell'immobiliare, dell'alimentare e dei prodotti tecnologici, dell'edilizia, del sistema dei giochi online. Le ditte in mano alla camorra e tutte le attività a lei riconducibili vengono infatti protette da società fiduciarie celandone così i veri titolari.
Insomma, un sistema di riciclaggio di capitali che trova il consenso di una larga fetta della finanza internazionale e della classe dirigente. Ecco quindi profilarsi quel sistema criminale che non è altro che “un network – come spiega Scarpinato nel corso dell'intervista rilasciata ad ANTIMAFIADuemila (*L'ipocrisia della città della luce) - costituito da soggetti appartenenti a mondi diversi – i politici, gli imprenditori, i professionisti, i mafiosi – i quali cooperano tutti insieme” per reinvestire i guadagni provenienti da attività illecite, come quelle gestite dai narcotrafficanti della camorra, che sono così arrivati nel nord Italia, in Spagna, in Francia e persino negli Stati Uniti e in Canada. Un piano di guadagno provato dai 23 arresti effettuati nei primi mesi dell'anno tra Italia e Spagna per associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti aggravate dall'aver agito per finalità camorristiche, scoprendo una rete di traffico internazionale messa in atto dai vertici dei clan Nuvoletta e Polverino per l'importazione di hashish e cocaina dal Marocco.
Sul pericolo della contaminazione del mercato pulito con i guadagni provenienti dalle attività illecite è ancora una volta Scarpinato a fare il quadro della situazione: “Una classe dirigente che pratica un'accumulazione capitalistica mediante metodi criminali non è metabolizzabile come qualsiasi forma criminale, perchè incide sulla struttura economica stessa del Paese”. Si tratta infatti di “un meccanismo perverso a spirale, che è destinato ad aggravarsi” proprio perchè l'economia mafiosa non è altro che un cancro che alimenta se stesso: un susseguirsi di investimenti, traffici, guadagni che interessano la gran parte dell'economia mondiale, ma che in realtà generano il medesimo effetto: profitti da capogiro da una parte, ma dall'altra l'aumento esponenziale di povertà e degrado che regna sovrano all'ombra delle Case Celesti, in quella Scampia, piazza di spaccio più ambita d'Europa.

FOTOGALLERY Smantellato il fortino delle «case celesti»

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Alleghiamo l'ottima inchiesta correlata di video condotta dal Corriere della Sera sul traffico di droga a Scampia

Tra gli zombie del supermercato della droga più florido d'Europa
Sono loro l'ultimo anello di una catena che passa per la camorra e arriva fino alle più alte sfere della finanza internazionale.

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