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polverino-giuseppe-webIl Camorrista dagli affari Italo-Spagnoli
di Lara Borsoi - 8 marzo 2012
Martedì sera è stato tratto in arresto il boss di Marano Giuseppe Polverino, inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi. Tra un mese verrà estradato in Italia.
L’uomo, chiamato anche “Signore dell’hashish”, 53 anni, considerato l’unico vero erede di Lorenzo Nuvoletta è stato accusato di associazione mafiosa e traffico di droga.

Sono stati i Carabinieri ad arrestarlo mentre usciva, in compagnia del latitante Raffaele Vallefuoco, anche quest’ultimo arrestato, da una villa nella città di Jerez de la Frontera (Spagna).
Il Polverino, dopo essersi reso conto della presenza delle forze dell’ordine, per mettersi in salvo ha tentato la fuga ma senza successo. Ha provato anche a spacciarsi per un altro esibendo un documento falso e quando ha capito che non c’era più niente da fare ha ammesso: “Sì, sono Giuseppe Polverino. È finita.”
Ad eliminare qualsiasi dubbio sulla sua identità il riscontro delle impronte digitali.

“L’erede” di Nuvoletta era un boss riservato, non utilizzava mai né cellulare né e-mail ma nonostante tutto era riuscito a mantenere il potere a Marano con l'utilizzo dei pizzini che arrivano in Spagna grazie ai suoi affiliati, disposti a percorrere migliaia di chilometri in auto in cambio di duemila euro al mese come "stipendio".

E proprio durante la perquisizione, in seguito all'arresto, è stato rinvenuto un pizzino ed altro materiale, che sarà esaminato dai pm della Procura di Napoli Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Maria Cristina Ribera.

Secondo i magistrati il boss nel tempo aveva accumulato un tesoro immenso grazie alla sua "non comune intelligenza e capacità imprenditoriale". Il denaro ricavato dal traffico di stupefacenti veniva ripulito grazie agli investimenti nel settore edile, alimentare e turistico-alberghiero. Già a maggio del 2011 gli inquirenti avevano sequestrato all’esponente mafioso beni per un miliardo di euro in occasione di un’operazione che aveva portato in carcere 41 affiliati.

Oggi l’arresto di Polverino, avvenuto grazie alla collaborazione fra autorità italiane e spagnole, è stato accolto con grande soddisfazione dal ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri e dal Presidente della Commissione regionale sui beni confiscati, Antonio Amato. "L'arresto di Giuseppe Polverino – ha affermato quest’ultimo - rappresenta uno straordinario risultato di cui va dato merito alle forze dell'ordine e alla magistratura. Ora anche le altre istituzioni insieme alle realtà sociali e associative devono fare la loro parte, riutilizzando l'immenso patrimonio sequestrato e confiscato al clan". Riportando  l'attenzione sul tema caldo della gestione ancora poco funzionale dei beni confiscati, Amato ha poi affermato: "Come ha appurato la Commissione che presiedo, nelle scorse settimane gran parte di questo patrimonio risultava ancora non pienamente utilizzato, in parte addirittura ancora occupato da terzi riconducibili al clan, comunque sicuramente non ancora pienamente restituito alla cittadinanza". "Allora - ha aggiunto - è essenziale operare perché si realizzi il prima possibile il riutilizzo di questo patrimonio, innanzitutto, ma non solo naturalmente, partendo proprio da Marano. Per questo collaboreremo con l'amministrazione comunale, l'Agenzia nazionale per i beni confiscati e tutte le altre istituzioni e parti sociali interessate perché su quel territorio - conclude il Presidente della Commissione regionale -  si realizzi un piano complessivo di riutilizzo e finalmente si restituisca ai cittadini quanto, in termini di risorse, valore e spazi, era stato sottratto dalla violenza criminale. In questo senso sono convinto che anche la nuova legge sul riutilizzo dei beni confiscati proposta da questa Commissione e al vaglio del Consiglio nelle prossime settimane, potrà portare un contributo importante".

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