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zagaria-michele-big0di Lara Borsoi - 7 dicembre 2011 - FOTO E VIDEO
Questa mattina è stato catturato Michele Zagaria, classe ’58 boss del clan camorristico dei Casalesi, soprannominato “capastorta” latitante dal 1995.
Ricercato da 16 anni per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione e rapina nel 2000 si incrementano le ricerche anche nel territorio internazionale con fini estradizionali.

Lo hanno cercato ovunque e finalmente alle 11:00 di questa mattina gli agenti lo hanno individuato all’interno di un bunker dello spessore di cinque metri di cemento armato,  in un fondo agricolo a Casapesenna (Caserta), composto dallo stretto necessario per la sopravvivenza ed alcuni libri su l’anticamorra. Ad eseguire l’arresto il dirigente della squadra mobile casertana, Angelo Morabito e dal dirigente della sezione di Casal di Principe Alessandro Tocco e dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile.
Tra gli agenti entusiasti dell’ottimo risultato ottenuto, il boss primula rossa si è arreso e ironicamente ha detto «Avete vinto voi, ha vinto lo Stato». Poco dopo ha avuto un malore e sono intervenuti gli operatore del 118.
La sua scalata al potere lo ha portato a diventare, dopo l’arresto di Sandokan, il capo del clan dei Casalesi, e ha accumulato negli anni, da latitante, una condanna all’ergastolo nel processo Sapartacus ma anche immense ricchezze date dal racket e dallo spaccio della droga.
Attraverso aziende edili colluse e a prestanome il boss con il suo “sistema Zagaria” aveva invaso il mercato legale per aggiudicarsi appalti grazie all’impiego di materiale scadente, assunzioni in nero e prezzi stracciati riciclando anche il denaro illecito, in diverse regioni l’Emilia Romagna, il Lazio, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo e la Lombradia. La Dda di Napoli lo ha classificato come il re del cemento mafioso in Italia.
E pensare che tutti i suoi sporchi traffici li ha sempre gestiti da Gomorra, muovendosi liberamente, toccando anche suolo straniero, utilizzando documenti falsi e tecnologia che gli permetteva di alterare la voce al telefono e di rendere irriconoscibili i numeri chiamati. Addirittura nel 2009 con Iovine, telefona al giornalista Carlo Pascarella che al tempo lavorava per il Corriere di Caserta, per fermare i suoi articoli “diffamatori”. (Sotto proponiamo l’audio della telefonata).
Il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore, che domani saluterà i colleghi per dedicarsi alla pensione, dopo aver appreso della cattura di Michele Zagaria ha detto «Un meraviglioso regalo, hanno mantenuto la promessa»  «Ringrazio tutte le forze dell'ordine e i miei sostituti: mi avevano promesso questo arresto e hanno mantenuto l'impegno». Oggi si svolgerà nel pomeriggio la conferenza stampa con le forze dell’ordine e la Dda.
Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si è espresso in merito:  « La cattura di Zagaria, è merito assoluto della magistratura e delle forze dell'ordine, cui va il mio plauso convinto perchè stanno facendo un lavoro straordinario per scardinare la più potente organizzazione camorristica, i Casalesi, affiliati a Cosa Nostra».
Anche Piero Grasso procuratore nazionale antimafia ha commentato l’arresto: «Con la cattura di Michele Zagaria si è certamente tagliata la testa dei Casalesi, l'unica rimasta dopo l'arresto di Antonio Iovine».«Certamente avrà una ripercussione nella destrutturazione dell'organizzazione criminale -sottolinea Grasso- ma non per questo ci si deve fermare nel proseguire l'aggressione ai patrimoni e ai contatti del clan dei Casalesi, non solo in territorio campano ma in tutte le varie regioni d'italia, dove è stata segnalata la loro presenza».
Per Grasso la cattura di Zagaria «è la liberazione da un incubo, perchè si è vinta la sensazione di impotenza dello Stato che non riusciva nel suo intento nonostante la percezione della presenza del boss nel territorio. E al contempo è l'affermazione della volontà e della capacità dello Stato e in particolare del servizio centrale operativo della Polizia di Stato diretto dal dottor Gilberto Caldarozzi che ha coordinato le Squadre Mobili di Napoli e Caserta, sotto la direzione del procuratore aggiunto della dda di Napoli, Federico Cafiero de Raho e dei suoi sostituti che, dopo approfondite indagini, sono riusciti a scoprire il covo del latitante che, come sempre si è sospettato, si nascondeva a Casapesenna». «Le difficili operazioni per arrivare alla cattura materiale della primula rossa della camorra -rimarca il capo della Direzione nazionale antimafia- danno l'esatta misura della competenza, professionalità e pervicacia di tutti gli uomini che hanno operato per l'arresto del boss, e che sentitamente ringrazio come procuratore nazionale antimafia».«È un buon auspicio anche per l'attività del governo e del ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, cui auguriamo di poter annoverare presto fra i suoi successi anche la cattura dell'ultimo boss latitante stragista, Matteo Messina Denaro».

FOTO
- Il boss catturato / Esultano gli agenti / Si brinda davanti alla questura

VIDEO - Da re del cemento a capo di Gomorra / Nel covo del boss, il video della polizia


 

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