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pistola-web0Era stato coinvolto, e poi assolto, nella strage di via D'Amelio
di Aaron Pettinari - 20 settembre 2011
E' stato trovato morto a pochi metri dalla sua casa di Palermo, in una microcar, il boss Giuseppe Calascibetta, boss di Santa Maria di Gesù.

I killer lo hanno aspettato sotto casa per poi scaricargli addosso un intero caricatore di 7,65. Ma ad esser stati fatali sono i due proiettili che lo hanno colpito sulla testa.

Il cadavere è stato scoperto da un passante, che ha chiamato il 118: pensava che quell´uomo in auto si fosse sentito male, non aveva visto il suo volto sfigurato. Dopo una notte di indagini e interrogatori, gli investigatori ritengono che il capomafia una volta rimesso in libertà nel 2007, dopo dieci anni di carcere per associazione mafiosa, avesse ripreso le redini del mandamento di Santa Maria di Gesù, dietro il paravento di una vita normale e di una piccola azienda di gesso.
I suoi precedenti per mafia risalgono ai primi anni Ottanta, ma Calascibetta era stato anche accusato, e poi assolto, per la strage di via D'Amelio. Il pentito Vincenzo Scarantino, all'epoca ritenuto attendibili, lo aveva accusato di aver ospitato in una sua villa il summit dove i capi di Cosa nostra avrebbero deciso la strage Borsellino. Certo è un fatto singolare che tale omicidio sia stato effettuato poco tempo dopo la notizia della svolta nelle indagini sull'eccidio di via d'Amelio che ha portato la Procura di Caltanissetta a chiedere anche la revisione di uno dei processi celebrati sulla strage e basato sulle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino.
«L'omicidio di Giuseppe Calascibetta è un segnale molto allarmante – ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Ignazio De Francisci  - Ci fa temere che Cosa nostra abbia per il momento accantonato la preoccupazione delle possibili reazioni dello Stato a un fatto di sangue». Il magistrato ha poi aggiunto: «Calascibetta non era affatto una new entry in Cosa nostra. Vanta un curriculum criminale che risale agli anni '80 e, subito dopo essere stato scarcerato, nel 2007, è tornato nei ranghi del mandamento di Santa Maria di Gesù. Dopo l'arresto dei capi locali i fratelli Corso, era lui il capo mandamento».
Ad accusarlo, tra l'altro vi sarebbero anche le testimonianze di alcuni degli ultimi pentiti, Giuseppe Di Maio, Maurizio Spataro, e Manuel Pasta, ovvero gli ex boss che hanno contribuito a ridisegnare la nuova geografia di Cosa nostra.
Quello che gli inquirenti ora accertare è se ad armare i killer sono stati rivali interni alla famiglia mafiosa o boss di altre zone.

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