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Modalità e tempistiche fanno pensare a un’unica regia. Borrelli (AVS): “Il territorio è fuori controllo” 

Nelle ultime ore, due omicidi hanno riportato al centro dell’attenzione mediatica e dell’apprensione pubblica l’incubo della guerra di Camorra nell’area nord di Napoli. Dopo l’uccisione di Antonio Vitale, crivellato di colpi a Cardito mentre si trovava alla guida della sua auto, con a bordo anche la moglie e il figlio, poche ore dopo è toccato a Pasquale Buono, assassinato nel tardo pomeriggio di ieri ad Afragola, altro comune dell’area nord, distante pochi minuti da Cardito. Le forze dell’ordine stanno cercando di capire se esista un collegamento tra i due episodi. Sebbene formalmente si tratti di casi distinti, alcuni elementi comuni lasciano pensare che possano essere collegati. Oltre alla vicinanza temporale e geografica, colpisce infatti la somiglianza nelle modalità di esecuzione: anche Buono, come Vitale, è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco esplosi da due uomini in moto e col volto coperto da caschi integrali. Si presume che il mezzo fosse una moto di grossa cilindrata. Anche in questo caso, la zona sembra essere scarsamente coperta da un sistema di videosorveglianza, con poche telecamere pubbliche o private presenti sul territorio. Quando Pasquale Buono, 45 anni, è stato assassinato, si trovava nel negozio di biancheria intima della famiglia, in corso Italia. All’ingresso dei due killer, Buono ha provato a rifugiarsi dietro al bancone, ma è stato colpito quattro volte alla schiena. Nonostante i tentativi di soccorso da parte di alcuni passanti e successivamente del personale sanitario, per lui non c’è stato nulla da fare. Come per Vitale, anche in questo caso la dinamica dell’assassinio porta gli investigatori a ritenere che si tratti di un agguato di chiara matrice camorristica, eseguito con freddezza e precisione. 
Gli inquirenti stanno cercando di delineare un quadro più ampio, per comprendere se, oltre a un eventuale legame diretto tra i due omicidi, questi fatti possano essere anche il segnale di un conflitto in atto tra gruppi rivali interni alla Camorra. L’area in cui sono avvenuti gli omicidi è storicamente controllata dal clan Moccia e da una sua diramazione, i Pezzella, gruppo a cui, in passato, sarebbe stato vicino anche Antonio Vitale. A febbraio 2025, i Pezzella sono stati pesantemente colpiti da un’importante operazione di polizia; per questo motivo, una delle ipotesi al vaglio è che, se un collegamento tra i due delitti dovesse essere confermato, il movente potrebbe essere una guerra per il controllo del territorio. Anche in considerazione di questo scenario - ha fatto sapere l’ANSA - il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha disposto un rafforzamento immediato dei controlli di polizia in tutta l’area, anche in vista del prossimo comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Intanto, il deputato Francesco Emilio Borrelli, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ha denunciato in una nota che Afragola è ormai fuori controllo, completamente in mano ai clan, con una criminalità diffusa e aggressiva. “Si è pensato di nascondere la polvere sotto al tappeto, ma non funziona. Praticamente - ha precisato Borrelli - tutte le piazze di spaccio e le organizzazioni di Caivano si sono spostate in questo comune”. 

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