Gratteri: "È la terza volta che interveniamo. Ora tocca ai cittadini fare una scelta di campo"
"Il Parco Verde non è più la piazza di spaccio più grande d'Europa". Lo conferma il tenente colonnello Paolo Leoncini, comandante del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, durante la conferenza stampa sul maxi blitz anti-Camorra coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Oggi "gli incassi dello spaccio ogni mese si aggirano attorno al mezzo milione di euro" ha aggiunto Leoncini, parlando di "oltre 25 piazze di spaccio, di cui sono stati arrestati i gestori". Il generale Enrico Scandone, comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, ha confermato che si tratta di "un'indagine sistemica, non di interventi spot, frutto anche degli investimenti fatti sulla provincia, con la nascita della Compagnia Carabinieri di Caivano". L'obiettivo, secondo Scandone, deve essere quello di "smantellare le organizzazioni che impediscono il regolare svolgimento di ogni attività sul territorio, infiltrando amministrazioni, minacciando con armi da guerra, con esibizioni di forza e violenza non tollerabili. Bisogna colpire la fonte di guadagno, i canali di approvvigionamento, che vengono gestiti in maniera monopolistica sul territorio". La continua presenza delle forze dell'ordine "li ha costretti a modificare le modalità di svolgimento degli affari illeciti" ha concluso Scandone.
Nel corso del blitz anticamorra eseguito questa notte, i carabinieri hanno arrestato 50 indagati. "Procura e carabinieri - ha spiegato il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri - hanno lavorato in maniera sistematica e continuativa. Non solo controllo del territorio formale, ma per recidere il legame con l'organizzazione criminale. È la terza volta che interveniamo in pochi mesi, ora sta ai cittadini fare una scelta di campo, decidere se fidarsi di noi". "Senza le indagini - ha aggiunto Gratteri - non ci sarebbe stato lo scioglimento dell'amministrazione comunale". Il capo della Procura di Napoli ha ricostruito "il viaggio su Caivano nell'ultimo anno e mezzo, dal punto di vista investigativo. Abbiamo proceduto per step, con il lavoro del pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e le indagini, in particolare, dei carabinieri". "Durante l'emergenza Covid, mentre c'era chi andava in tv a fare il virologo, il clan aveva organizzato a Caivano un banco alimentare per sostenere famiglie che non avevano nulla e vivevano in nero, raccogliendo consenso" sfruttato anche "quando si andava a votare per il candidato prescelto". Il "grande salto di qualità investigativo", secondo Gratteri, è arrivato a ottobre 2023 con l'inchiesta sugli appalti, che ha dimostrato "l'interazione tra appartenenti al Comune di Caivano, che si accordavano con gli imprenditori per pilotare gli appalti, mentre la Camorra prendeva la tangente da chi se li aggiudicava. L'amministrazione era molto compromessa e grazie a queste indagini è arrivato lo scioglimento".
Smantellate 25 piazze di spaccio
Nel blitz sono state smantellate 25 piazze di spaccio controllate dai capi del clan Angelino Gallo. "Non solo al Parco Verde, ma erano distribuite in diverse zone del territorio di Caivano e dei comuni limitrofi" ha confermato il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, che ha coordinato il pool di magistrati sulla maxi inchiesta. Una percentuale dei guadagni delle singole piazze di spaccio "veniva consegnata ai vertici" del clan, che avevano il monopolio nella distribuzione della droga da rivendere. Secondo Ferrigno "la Camorra della provincia ha alzato il livello. Non solo ottiene droga dai canali nazionali e internazionali, ma attua anche una pervasività nel tessuto amministrativo, con infiltrazioni nel controllo di appalti e concessioni. Succede a Caivano, come in altri comuni della provincia".
Ucciso davanti al figlio: Gratteri fiducioso sulla soluzione del caso
"Sulla soluzione di questo caso sono ottimista, sono fiducioso nell'individuazione in tempi brevi dell'esecutore materiale di questo omicidio" ha detto Gratteri rispondendo a chi gli ha chiesto un commento sul grave omicidio avvenuto ieri pomeriggio nel centro di Napoli, dove un 45enne, Luigi Procopio, è stato assassinato a colpi di pistola in presenza del figlio di 11 anni. A chi, invece, gli ha chiesto se Napoli fosse paragonabile al Sud America, il procuratore Gratteri ha risposto di andarci, in Sud America, e verificare: "No, non è come il Sud America, andate a Bogotà, andate in Colombia, in Messico e poi fatemi sapere". Poi, Gratteri ha fornito qualche dato: "Purtroppo siamo abituati a queste modalità esecutive in pieno centro e in pieno giorno, circostanze che sottolineano la spregiudicatezza di una certa criminalità, ma le forze dell'ordine e la magistratura ci sono e sono presenti anche quando accadono questi reati". "Abbiamo una Camorra capace di navigare nel dark web per reperire la cocaina e anche di agire nel centro di Napoli, ma c'è anche una presenza di qualità e significativa delle forze dell'ordine: ci sono stati decine di omicidi, ma ne abbiamo risolto l'80% individuando non solo l'esecutore materiale, ma anche il mandante", ha sottolineato il procuratore di Napoli.