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Era in un parcheggio che avveniva la "consegna" della nipotina tra i nonni materni e quelli paterni, ritenuti a capo del clan De Martino di Napoli: quest'ultimi si presentavano a bordo di un'auto, sulla quale viaggiavano anche altri bimbi, usati praticamente come 'scudi', tutti scortati da un gruppo di affiliati in sella a moto e scooter, con armi in bella vista.
È questo ciò che è emerso dall'indagine dei carabinieri di Torre del Greco coordinati dalla Dda, che ha portato, oggi all'arresto di 9 persone ritenute legate alla camorra.
Gli arrestati – tra cui anche i nonni paterni, Francesco De Martino e Carmela Ricci – sono stati trasferiti presso il carcere di Secondigliano e di Santa Maria Capua Vetere.
La piccola in questione è nata dalla relazione tra una donna (senza legami con la criminalità organizzata) e il rampollo Salvatore De Martino – detenuto – della famiglia storicamente al vertice di una delle fazioni della camorra e operante nell’area orientale di Napoli e, in particolare, nel quartiere Ponticelli.
Il padre riusciva, riportano gli investigatori, a comunicare all'esterno “tramite un profilo Instagram” con la complicità di una guardia penitenziaria. Così si legge nell’ordinanza relativa agli arresti. “Ci ho parlato spesso – racconta la donna – e so che viene messo a conoscenza di tutto quello che accade”.
La mamma della bimba, riportano gli inquirenti, veniva inoltre picchiata brutalmente se non accompagnava la figlia a casa dei nonni paterni: quando la piccola aveva meno di un anno la mamma decise di non andare dai genitori dell'ex in quanto la piccola stava riposando, a causa di un mal di pancia patito. Ma il rampollo del clan De Martino insieme con i suoi genitori pretendevano una frequentazione giornaliera e al rifiuto scattarono le botte.
Nell'estate del 2022, raccontano gli investigatori, proprio la madre e la nonna vennero picchiate con estrema violenza alla presenza del padre della piccola e della nonna che teneva la nipotina tra le braccia. Alle botte fece seguito l'ordine del nonno paterno - mentre prendeva a pugni l'auto delle vittime - di non permettersi di recarsi dalle forze dell'ordine per denunciare l'accaduto. Venne proposto ai De Martino di recarsi a casa della mamma, per vedere la piccola ma l'opzione venne scartata: temevano, infatti, che potessero diventare oggetto di agguati visto che la casa della famiglia della bimba era all'esterno della roccaforte del clan. Proprio la paura dei raid spinse i nonni materni ad accampare scuse per evitare di portare la piccola a Ponticelli. E questo portò di nuovo a minacce di morte: alla donna è stata puntata la pistola alla testa “intimandole di fargli vedere regolarmente la figlia”, si legge sempre nell’ordinanza visionata e riportata da 'LePress'. “Fin dalla nascita”, nel 2021, al momento in cui fu arrestato, nell’agosto del 2023, “era solito minacciare” la donna: “ci sarebbero state conseguenze nefaste” nel caso in cui avesse iniziato una nuova relazione. Nella vita della figlia “non dovevano esservi altri uomini", scrive ancora il gip di Napoli.

Foto © Imagoeconomica

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