Le indagini riguardano la presenza in varie località del territorio subalpino di articolazioni locali delle 'ndrine Nirta e Pelle. Tra gli arrestati anche l’ex ad di Sitalfa
L’autostrada Torino-Bardonecchia era un buco nero di interessi, affari, ricchezza, potere, favori, voti su cui la ‘Ndrangheta ha provato a mettere le mani per otto anni. E’ questo cioè che è emerso dall’inchiesta “Echidna” condotta dai carabinieri del Ros, coordinati dalla Ida di Torino, sui lavori di manutenzione dell'A32 dal 2014 al 2021. Sul raddoppio del Frejuse e su opere connesse al cantiere Tav. Un’inchiesta importantissima avviata dal sostituto procuratore Antonio Smeriglio e poi interrotta per la sua morte, avvenuta nel 2018 per una grave malattia, quindi presa in carico dal collega Valerio Longi.
Le indagini, che ieri hanno portato a nove arresti, riguardano la presenza in varie località del territorio subalpino e in particolare a Brandizzo, piccolo centro alle porte del capoluogo regionale, di articolazioni locali delle potenti ‘ndrine Nirta e Pelle, originarie di San Luca. Tra le persone messe agli arresti domiciliari (sei in totale) figura Roberto Fantini, manager di lungo corso nel settore delle costruzioni stradali, in questo caso amministratore delegato di Sitalfa, carica che ha lasciato nel 2021. Sitalfa fa parte del gruppo Sitaf, la società che gestisce la A32 Torino Bardonecchia. Le accuse mosse agli indagati (sono numerosi quelli rimasti a piede libero) sono a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione, armi, ricettazione e riciclaggio in relazione ai proventi di un traffico di rifiuti. Uno dei capitoli principali dell’inchiesta, che coinvolge boss e colletti bianchi nel piemontese, è quello delle infiltrazioni negli appalti: si parla per esempio, della manutenzione di tratti della Torino-Bardonecchia e, a quanto si apprende, di opere di collegamento con il vicino cantiere della Tav Torino-Lione. La parte del leone, secondo gli inquirenti, la faceva un'azienda gestita da una famiglia di Brandizzo, i Pasqua, molti dei quali sono ora in carcere. Non manca, nelle tante vicende prese in esame dal Ros, il campionario di intimidazioni alle ditte concorrenti e alle offerte di 'protezione' tipico delle cosche. E non mancano i reati contro la pubblica amministrazione. Una delle perquisizioni ha riguardato Salvatore Gallo, 85 anni, figura storica della politica piemontese. Fu figura di spicco del Partito Socialista Italiano, quando c’era Bettino Craxi e in seguito si avvicinò al Pd. È il padre di Raffaele Gallo, consigliere regionale del partito. Nell’operazione della Dda compare come indagato di peculato nella veste di ex dirigente di Sitalfa: si tratterebbe dell'utilizzo improprio, a scopi personali, di fondi di cui aveva la disponibilità. Attenzioni dei pm anche su Salvatore Sergi, direttore di esercizio della A32. Il procedimento, lungo e complicato, non si sta sviluppando in maniera lineare. Il gip non ha concesso tutte le ordinanze di custodia cautelare che erano state chieste dalla Dda. Una richiesta di interdittiva antimafia per una società che si occupa dell'autostrada Torino - Bardonecchia sarebbe ancora in attesa di giudizio.
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