In Trentino la 'Ndrangheta si è infiltrata nel tessuto economico del porfido. Lo dice la Cassazione rigettando il ricorso presentato dagli avvocati difensori di Saverio Arfuso contro la condanna d'appello a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni per associazione mafiosa e riduzione in schiavitù. Come riporta la Tgr Rai di Trento, con il pronunciamento degli ermellini passa in giudicato la prima sentenza del cosiddetto processo 'Perfido', la complessa e articolata indagine della procura della Repubblica e dei carabinieri del Ros che hanno scoperchiato le infiltrazioni della 'Ndrangheta in val di Cembra, il polo estrattivo del porfido. La Cassazione ha condannato il 50enne anche a pagare 3.686 euro a ciascuna delle parti civili: Fillea Cgil, Filca Cisl, Libera, Nomi e numeri contro le mafie e Provincia di Trento.
Secondo la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Trento l'11 febbraio 2022 Arfuso (difeso di fiducia dagli Avv.ti Francesco Calabrese e Giuseppe Aloisio entrambi del Foro di Reggio Calabria) è stato "partecipe dell'organizzazione criminale con a capo Macheda Innocenzio, cui era nell'attualità subordinato e verso il quale mostrava rispetto. Arfuso ha ricoperto un ruolo di rango elevato nell'organizzazione criminale a Cardeto, punto di riferimento e rappresentante anche degli interessi della compagine calabrese dislocata nei comuni di Albiano e Lona-Lases, che lo riconosceva tale. Arfuso Saverio manteneva i contatti con gli altri sodali, ed è particolarmente legato a Costantino Demetrio, con cui si rapportava alla pari".
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