Il clan Grande Aracri avvicinava imprenditori in difficoltà per entrare nelle aziende con prestiti e riciclare denaro illecito
La Corte di Cassazione ha confermato le condanne per gli imputati, arrestati nell’inchiesta “Camaleonte”, inchiesta-gemella di ‘Aemilia’, che hanno scelto il rito abbreviato.
Nel mirino degli inquirenti un sodalizio capeggiato dai fratelli Michele e Sergio Bolognino - entrambi condannati nel maxiprocesso reggiano - che operava tra Venezia, Padova, Vicenza e Treviso.
Michele Bolognino ha scelto il giudizio in abbreviato, Sergio l’ordinario. Nel filone veneto sono state formulate le accuse di associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona, lesioni aggravate, usura, fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e frode fiscale. In Veneto il clan avvicinava imprenditori in difficoltà per entrare nelle aziende attraverso prestiti e riciclare denaro illecito, ricorrendo anche a metodi molto violenti. Su 35 imputati giudicati in primo grado con l’abbreviato, 30 erano ricorsi alla Corte d’Appello che nel 2022 aveva sostanzialmente confermato i verdetti. Poi in diciannove hanno fatto ricorso in Cassazione. I supremi giudici hanno rigettato i ricorsi presentati da Michele Bolognino (1967, residente a Gattatico), per il quale sono stati confermati 11 anni e 4 mesi (in primo grado 13 anni e 4 mesi), e da Salvatore Innocenti (1977, Reggio), condannato a 3 anni. E hanno dichiarato inammissibili tutti gli altri ricorsi. Quindi per Rocco Devona (Crotone), sono confermati 2 anni e 27 giorni; Gianni Floro Vito (1978, Cadelbosco), 6 anni e 20 giorni; Gaetano Blasco (1962, Reggio), 3 anni e 8 mesi; Mario Vulcano (1979, Crevalcore), 4 anni, 5 mesi e 10 giorni; Carmine Colacino (1974, Bibbiano), 2 anni, 4 mesi e 14 giorni; Vincenzo Marchio (1966, Reggio) 2 anni e 6 mesi; Francesco Bolognino (1969, Trezze sul Brenta), 6 anni e 4 mesi; Sergio Lonetti (1979, Guastalla), 2 anni e 8 mesi; Salvatore Paolini (1978, Reggio), 2 anni, 4 mesi e 13 giorni; Antonio Brugnano (1976, Cadelbosco), 4 anni, 4 mesi e 20 giorni; Donato Agostino Clausi (1972, Crotone), 12 anni e 6 mesi; Giulio Giglio (1974, Montecchio), 4 anni e 4 mesi; Mario Megna (Crotone), 2 anni e 27 giorni; Francesco Scida (1963, Reggio), 2 anni; Giuseppe Richichi (1979, Montecchio), 11 anni e 8 mesi; Tobia De Antoni (Portogruaro), 6 anni, 2 mesi e 20 giorni. Unica modifica apportata, è l’annullamento della sentenza per Federico Schiavon, di Padova, limitatamente alle statuizioni civili, con rinvio al giudice civile in Appello: in passato era stato condannato a 8 mesi e 10 giorni.
Fonte: ilrestodelcarlino.it
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