Byoblu dedica una puntata al maxiprocesso contro la 'Ndrangheta e al silenzio mediatico calato su questa vicenda
Sono state pronunciate oltre 200 condanne, totalizzando una pena complessiva di 2200 anni di carcere. Sono questi i numeri che accompagnano il maxiprocesso che ha colpito la 'Ndrangheta, oltre a pezzi deviati dello Stato e della massoneria. Con il nome di “Rinascita-Scott”, il processo che si è celebrato in tempi record a Lamezia Terme, in Calabria, nasce da un’operazione di polizia condotta nel 2019, la cui inchiesta è stata avviata dal pm Nicola Gratteri, oggi alla Procura di Napoli. Di questa vicenda giudiziaria, i cui numeri sono stati superati solo dal maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra, sui principali media si è parlato decisamente poco. Della scarsa risonanza mediatica che ha caratterizzato questo maxiprocesso ne hanno parlato anche gli ospiti della puntata del network Byoblu: l’avvocato Francesco Forciniti, lo scrittore Roberto Quaglia e il giornalista di ANTIMAFIADuemila, Luca Grossi. “Ricordo le critiche che sono state rivolte a Gratteri e alla DDA - ha sottolineato Forciniti - ma oggi, davanti alla sentenza di questo maxiprocesso, l’opinione pubblica tace insieme ad una parte del carrozzone mediatico che spesso si mostra forte con i deboli e debole con i forti. Oggi - ha ribadito - questa sentenza ha dimostrato che l’impianto accusatorio ha retto e ha dimostrato anche l’esistenza di una ‘commissione’ che unisce la ‘Ndrangheta con apparati dello Stato, imprenditori, politici e massoneria deviata”. La sentenza di condanna con la quale si è concluso il processo “Rinascita-Scott” non solo ha evidenziato il proliferare della ‘Ndrangheta, ma anche il ruolo centrale della politica. La condanna di 11 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa inflitta all’ex senatore di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, difatti, conferma l’inquietante sodalizio tra la politica e le mafie. “Pittelli è una figura chiave del processo ‘Rinascita-Scott’. Addirittura - ha sottolineato il giornalista Luca Grossi- la Procura di Catanzaro lo ha definito un ‘uomo cerniera’ tra il mondo della politica e quello dei faccendieri. Basti pensare, inoltre, che all’interno di un’intercettazione molto interessante, lo stesso Pittelli ha fatto riferimento alla nascita di Forza Italia raccontando al suo interlocutore che Marcello Dell’Utri avrebbe contattato il boss mafioso Giuseppe Piromalli”. Ma ciò che emerge dalla sentenza del maxiprocesso è anche un profilo, quello della ‘Ndrangheta, distante dalla coppola e dalla lupara. Bensì, un’organizzazione criminale che punta in alto, selezionando ‘prescelti’ da poter istruire all’interno delle migliori università. Una circostanza che dovrebbe allarmare, ma che, in realtà, suscita poco interesse in seno all’opinione pubblica, grazie alla narrazione stentata e asettica dei principali media italiani. “Si tratta di una vittoria dello Stato - ha precisato Roberto Quaglia - che non viene celebrata dai media perché scomoda. Sarebbe interessante analizzare come sia possibile ottenere un consenso enorme a livello mediatico per la finta vittoria dello Stato con la cattura del boss Matteo Messina Denaro, mentre viene trascurata la vera vittoria dello Stato contro la ‘Ndrangheta. Questo - ha proseguito - ci porta al ‘segreto di Pulcinella’: l’esistenza di poteri sovrastrutturali che alimentano l’illusione collettiva di vivere all’interno di una società democratica. Ciò che emerge è il controllo totale della stampa, che spesso trascende anche dalla politica”.
ARTICOLI CORRELATI
Rinascita-Scott, un Maxiprocesso oscurato
Rinascita-Scott: oltre 200 condanne. Ex senatore Pittelli colpevole di concorso esterno
''Rinascita Scott'', Ingroia: ''Sentenza conferma sistema criminale integrato''
Rinascita Scott: falsa testimonianza per ex giudice Petrini. Trasmessi atti a Catanzaro