L'operazione "Gambino" della Polizia di Stato ha portato all'esecuzione di 11 provvedimenti di fermo emessi dalla DDA di Catanzaro. Secondo gli investigatori si tratta degli affiliati a una cosca di 'Ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese. L'operazione è stata condotta da un centinaio di unità di personale delle Squadre mobili di Catanzaro e Crotone e della sezione investigativa di Catanzaro del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato. Alle persone fermate viene contestata l'associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata a vari reati che vanno dalle estorsioni e dall'usura allo spaccio di sostanze stupefacenti. Complessivamente le persone iscritte sul registro degli indagati sono 29, tra le quali figurano i nomi di due avvocati, Vincenzo Ioppolo, del foro di Catanzaro, e Ottavio Tesoriere, di Crotone, che in passato è stato anche assessore del Comune di Crotone e consigliere regionale di Forza Italia. L'indagine è partita nel marzo del 2020 prendendo le mosse da un fascicolo già aperto sulle infiltrazioni criminali nella gestione del porto di Catanzaro dal quale sarebbe emersa anche la figura di Fiorello Maesano, elemento storico della criminalità organizzata isolitana, ritenuto il soggetto al quale ci si rivolgeva per la risoluzione di varie problematiche, come quella di proteggere un imprenditore del posto dalle richieste estorsive rivoltegli da esponenti criminali egemoni in altri territori, in particolare di Cotronei e Petilia Policastro. Gli inquirenti hanno raccolto indizi dai quali emerge che a Fiorello Maesano era demandata la gestione della cosiddetta "bacinella" contenente le somme provenienti dalle attività illecite della cosca Arena, con le quali egli stesso provvedeva al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie. A conferma dell'attivismo degli indagati nel settore del traffico e della distribuzione di sostanze stupefacenti e dell'ampia disponibilità di armi da parte dell'organizzazione, sono stati effettuati numerosi sequestri, tra cui 2 chilogrammi circa di marijuana, una piantagione di 707 piante di marijuana, una pistola Beretta calibro 9X21 con matricola abrasa, un fucile marca Falco sovrapposto calibro 8 e 92 ordigni esplosivi artigianali.
I ruoli degli avvocati coinvolti nell'inchiesta
Tesoriere è accusato, insieme a Fabrizio e Pasquale Pullano (sottoposti a fermo per associazione mafiosa) del reato di voto di scambio politico-mafioso. Secondo l'accusa, quando alle elezioni regionali dell'ottobre 2021 Tesoriere si candidò con la lista 'Occhiuto presidente' si sarebbe accordato con Pasquale e Fabrizio Pullano, considerati dalla DDA vicini alla cosca Arena, per procurarsi attraverso loro un pacchetto di voti in cambio dell'impegno a far ottenere al figlio di Fabrizio Pullano la pensione di invalidità intercedendo sul CTU nominato dal Tribunale di Lamezia Terme che doveva decidere su un ricorso contro il diniego alla concessione dell'assegno dell'INPS. Tesoriere, secondo quanto rivela l'intercettazione di alcuni incontri svolti a settembre del 2021, avrebbe anche promesso di procurare appalti ed incarichi mettendosi a disposizione per ogni altra evenienza. L'avvocato deve rispondere anche di voto di scambio semplice per aver promesso un posto di lavoro al figlio di una donna e una raccomandazione per un esame di abilitazione forense. In questo ultimo contesto è coinvolto anche l'avvocato Vincenzo Ioppoli - nei cui confronti è ipotizzato il reato di abuso di ufficio e falso ideologico - al quale Tesoriere si era rivolto per far superare l'esame di abilitazione alla professione forense a una aspirante avvocato (anche lei indagata per abuso d'ufficio e falso ideologico) in quanto Ioppoli era vicepresidente di una commissione esaminatrice. "Il nome dell'avvocato Vincenzo Ioppoli è stato accostato del tutto impropriamente a reati di criminalità organizzata", scrive in una nota stampa l'avvocato Francesco Verri, difensore di Ioppoli. "La verità è ben altra: la Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizza soltanto reati comuni, e cioè un abuso d'ufficio e un falso perché l'avvocato Ioppoli avrebbe ricevuto una segnalazione - da parte di un avvocato - quando era commissario agli esami per l'abilitazione alla professione forense. Dunque, la Procura non formula alcuna accusa per reati di mafia né contesta aggravanti di mafia. Né poteva essere diversamente considerati l'altissimo profilo e la storia dell'avvocato Ioppoli". L'avvocato Verri sottolinea che "le ambigue notizie apparse subito su alcuni giornali online lasciano del tutto erroneamente supporre il contrario attraverso l'accostamento di fatti ordinari con un'operazione contro la ‘Ndrangheta che non ha nulla a che vedere con l'esame d'avvocato contestato. L'avvocato Ioppoli esprime tutto il suo sdegno per l'accaduto e io provo lo stesso sentimento e lo esprimo con altrettanta forza”.