Dda invoca pene da un massimo di 30 anni a un anno. Per l'ex parlamentare Pittelli chiesti 17 anni
Dopo due anni e mezzo di dibattimento il maxiprocesso Rinascita-Scott arriva a uno snodo fondamentale. Migliaia gli anni di carcere chiesti ieri dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a conclusione della requisitoria del processo contro presunti capi e gregari delle cosche di ‘Ndrangheta del Vibonese e colletti bianchi, politici, imprenditori, accusati di avere favorito le 'ndrine. Una requisitoria portata avanti per circa tre settimane dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso. Sono 4744 anni e 10 mesi gli anni di carcere chiesti complessivamente da Gratteri per gli imputati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio, abuso d'ufficio aggravato, traffico di droga. Oltre 400 capi di imputazione dei quali dovranno rispondere non solo capi e manovalanza delle cosche di ‘Ndrangheta del Vibonese, appunto, ma anche soggetti esterni - ma ritenuti contigui - accusati di avere favorito l’organizzazione mafiosa. La pena massima richiesta è stata 30 anni, mentre la minima 1 anno. In totale sono 322 le richieste di condanna rispetto ai 338 imputati oltre a 13 assoluzioni e 3 nullità del decreto che dispone il giudizio o prescrizione.
Per il principale imputato, l'avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, la richiesta di condanna è stata di 17 anni di reclusione. Quest’ultimo è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e altri reati fine, per avere adoperato le proprie conoscenze in favore della cosca Mancuso e in particolare di Luigi Mancuso, alias "il Supremo", la cui posizione è stata stralciata e si sta procedendo con un processo a parte.
Gratteri ha chiesto, inoltre, la condanna a 1 anno e 6 mesi per l'ex assessore regionale Luigi Incarnato, presidente del Consiglio nazionale del Psi; a 20 anni per l'ex consigliere regionale della Calabria Pietro Giamborino, considerato dalla Dda di Catanzaro un componente a pieno titolo del clan di Piscopio; e a 17 anni per Michele Marinaro, ex finanziere in servizio alla Dia di Catanzaro accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per avere fornito, tramite Pittelli, notizie sulle attività investigative in atto nei confronti degli esponenti della ‘Ndrangheta vibonese. Sempre secondo l’accusa, avrebbe rivelato alle cosche informazioni coperte da segreto istruttorio anche Antonio Ventura, all'epoca dei fatti appuntato scelto in servizio nel Reparto operativo Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Vibo Valentia. Otto anni, invece, per il colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli il quale, istigato da Pittelli, per l'accusa avrebbe accettato di acquisire notizie coperte da segreto istruttorio in favore dell'imprenditore Antonino Delfino a sua volta accusato di associazione mafiosa. Il procuratore di Catanzaro ha anche chiesto la condanna dell'ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo a 18 anni e per l'ex comandante della Polizia municipale di Pizzo Filippo Nesci a 6 anni. Le condanne più pesanti, 30 anni, sono state chieste, tra gli altri, per i boss Domenico e Pasquale Bonavota, quest'ultimo catturato poche settimane fa da latitante a Genova, per il boss di San Gregorio d'Ippona Saverio Razionale e per il presunto boss di Vibo Valentia Paolino Lo Bianco.
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