Maxi-inchiesta a Catanzaro: 167 indagati di cui tre dirigenti dell’Asp
Una "mappatura" della "geografia" della 'Ndrangheta nei comuni del Vibonese di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti, con la ricostruzione di ruoli, compiti e dinamiche di capi, promotori, organizzatori e partecipi delle associazioni mafiose, con l'evidenziazione della loro forte vocazione economico-imprenditoriale e la capacità di intessere fluidi rapporti con colletti bianchi, esponenti politici e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni.
Le accuse a carico sei soggetti indagati (167) e fermati (61) dai Carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, con il coordinamento della Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, nell'ambito dell'inchiesta denominata "Maestrale-Carthago", sono a vario titolo di sono associazione di tipo, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi, traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, favoreggiamento personale, procurata inosservanza della pena e falso ideologico, il tutto aggravato dal metodo mafioso. In particolare è stata accertata la piena operatività sul territorio provinciale delle strutture di 'ndrangheta della "Locale di Zungri" con le 'ndrine di "Cessaniti" e "Briatico" e della "Locale di Mileto" con le 'ndrine di "Paravati", "Comparni", "Calabrò" e "San Giovanni", entrambe riconosciute dal "Crimine di Polsi" e soggette alle regole formali e sostanziali della 'ndrangheta unitaria con accertati collegamenti con le famiglie della Piana di Gioia Tauro.
"Nel corso delle attività investigative - riportano gli inquirenti - è stato documentato come elementi della criminalità organizzata abbiano condizionato e indirizzato le scelte di alcuni dirigenti medici dell'Asp di Vibo Valentia, anche mediante accordi corruttivi, facendo valere il peso 'contrattuale' ed elettorale dell'articolazione 'ndranghetistica di appartenenza. In particolare è emerso l'interesse della Locale di Mileto e della famiglia Fiaré di San Gregorio d'Ippona nella gestione del servizio di vettovagliamento per gli ospedali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Tropea".
Il mondo della sanità è stato sempre caro alla ‘Ndrangheta: non a caso è indagato pure il medico legale Alfonso Luciano, dirigente sanitario del carcere di Vibo. I pm lo accusano di aver rilasciato perizie compiacenti in favore di affiliati detenuti. Secondo gli inquirenti, infatti, Luciano avrebbe interceduto “con ulteriori medici e professionisti dell’Asp di Vibo al fine di cancellare e alleggerire le sanzioni amministrative comminate, rivelando notizie riservate anche riguardo le indagini in corso ed imminenti arresti (acquisite grazie alle entrature nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine) ottenendo in cambio beni materiali, somme di denaro, protezione da richieste estorsive, nonché appoggio elettorale come nel caso delle elezioni del 2004, allorché cercava il sostegno della cosca Bonavota”.
È stato inoltre contestato ad un altro dirigente medico della citata Azienda Ospedaliera il presunto rilascio di perizie compiacenti in favore di affiliati detenuti. Ad un terzo sanitario del Dipartimento di Veterinaria è stata contestata l'ipotesi di violenza privata aggravata dal metodo mafioso, per essersi rivolto ad un capo locale con la finalità di far desistere un collega dal presentare una denuncia nei suoi confronti.
Il Summit di 'Ndrangheta a 'Costa degli Dei'
Un importante summit di 'Ndrangheta tenuto all'interno di una struttura turistica della 'Costa degli Dei', in occasione di un ricevimento nuziale, è stato documentato dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia durante l'inchiesta "Maestrale - Carthago". Sono state impartite disposizioni operative e "comportamentali" ai presenti, cioè venivano date indicazioni su come le diverse famiglie malavitose del vibonese dovevano comportarsi per la spartizione dei proventi illeciti e per dirimere eventuali controversie.
Estorsioni sulla raccolta dei rifiuti
Nelle carte dell’inchiesta trovano spazio anche le estorsioni subite dalla società aggiudicataria dell’appalto per la raccolta dei rifiuti nei comuni di Mileto e Briatico, costretta a pagare una mazzetta di 48mila euro l’anno ai boss, e pure una truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravata dal metodo mafioso. In particolare Gratteri e i suoi pm hanno accertato che esponenti della criminalità organizzata, colletti bianchi e pezzi della società civile avrebbero ideato un sistema collaudato, volto, attraverso la costituzione di società cooperative di comodo, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, lucrando sul sistema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, nei comuni di Joppolo, Mileto e Filadelfia, inducendo in errore il Comune di Vibo Valentia (quale ente “capofila” per tutta la provincia), il quale autorizzava la liquidazione delle spese, procurando un danno per l’erario stimato in oltre 400mila euro, con denaro proveniente dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (costituito anche da fondi europei), gestito dal ministero dell’Interno e previsto nella legge finanziaria dello Stato.
Lucro sul sistema di accoglienza dei minori
Presunte infiltrazioni accertate "all'interno dell'amministrazione comunale di Cessaniti (Vibo Valentia), dove un funzionario 'aggiustava' una graduatoria di un concorso pubblico, per assumere un dirigente amministrativo ritenuto vicino alla locale di Zungri". In particolare è stato accertato che esponenti della criminalità organizzata, colletti bianchi e pezzi della società civile avrebbero ideato un sistema collaudato, volto, attraverso la costituzione di società cooperative di comodo, all'emissione di fatture per operazioni inesistenti, lucrando sul sistema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, nei comuni di Joppolo, Mileto e Filadelfia, inducendo in errore il Comune di Vibo Valentia (quale ente capofila per tutta la provincia), il quale autorizzava la liquidazione delle spese, procurando un danno per l'erario stimato in oltre 400mila euro, con denaro proveniente dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (costituito anche da fondi europei), gestito dal Ministero dell'Interno e previsto nella legge finanziaria dello Stato.
Sono state inoltre ricostruite le dinamiche di presunte attività estorsive a carico di una società aggiudicataria dell'appalto per la raccolta dei rifiuti nei comuni di Mileto e Briatico, i cui proventi (circa il 10% dell'importo a base d'asta) venivano ripartiti tra esponenti della criminalità organizzata riconducibili alle Locali di Mileto e di Zungri, a cui le vittime versavano circa 48.000 euro ogni anno per ciascuna consorteria.
Estorsioni ai coltivatori della cipolla Rossa di Tropea
"Un pervicace sistema di estorsioni ai danni di coltivatori della Cipolla Rossa Igp di Tropea e di attività commerciali attive nel settore turistico-alberghiero della Costa degli Dei. Attraverso la creazione di più società per la navigazione da diporto, con intestatari fittizi riconducibili ad un unico centro di interessi, le consorterie criminali avrebbero di fatto creato un regime monopolistico a tariffe imposte". È stata anche riscontrata nell'area di Cessaniti, Filandari e Briatico una presunta attività di illecita intermediazione nella compravendita di fondi agricoli fra privati, mediante l'invasione di terreni, la minaccia e il pascolo abusivo. Sono state sequestrate nel corso dell'attività numerose armi, tra cui fucili, pistole - molte delle quali con matricola abrasa - e un fucile mitragliatore AK-47 Kalashnikov, nonché un ingente quantitativo di munizioni di vario calibro.
Dda: "Sostegno dei clan a politici vibonesi"
La 'Ndrangheta del Vibonese avrebbe sostenuto elettoralmente i due principali esponenti politici del territorio provincia. Secondo il procuratore Nicola Gratteri ed i pm De Bernardo, Frustaci e Buzzelli, "il sostegno elettorale fornito dalle strutture di ‘Ndrangheta a Mangialavori e Pitaro non è motivato da logiche politiche, ma è sintomatico di un più ampio disegno criminoso dove queste compagini criminali cercano, attraverso i canali istituzionali, di ottenere. Quanto detto trova riscontri - evidenzia la Dda di Catanzaro - in una ulteriore conversazione intrattenuta tra Domenico Colloca e Gregorio Coscarella dove entrambi discutono circa i politici da appoggiare alle prossime elezioni regionali con il fine di trarne utilità in relazione al bando di gara per la mensa ospedaliera". Domenico Colloca e Gregorio Coscarella sono stati arrestati con l'accusa di associazione, mentre Giuseppe Mangialavori (coordinatore regionale di Fi) è attualmente presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Al pari dell'ex consigliere regionale Vito Pitaro, non risulta indagato, contrariamente al dirigente Asp di Vibo, Cesare Pasqua (concorso esterno in associazione) che avrebbe raccolto fra i clan i voti per il figlio Vincenzo candidato nel 2020 al Consiglio regionale della Calabria.
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