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Coordinamento lavoro Porfido: "Non possiamo nascondere la nostra delusione"

Dopo due anni agli arresti domiciliari o in carcere, la corte d'Assise presieduta da Carlo Busato ha accolto le istanze della difesa dei 10 imputati del processo 'Perfido', sulle infiltrazioni mafiose nelle cave di porfido in Trentino: ottenuta la scarcerazione, le pene sono state attenuate, con il solo obbligo di dimora e di firma. Il che significa che c'è chi resterà in Trentino, a Civezzano, a Mezzolombardo e a Lona Lases, chi andrà in Lombardia e Piemonte.

La motivazione è che sono sono già trascorsi due anni di custodia cautelare, affievolite le esigenze cautelari, come il pericolo di reiterazione del reato”, ha spiegato l'avvocato Giuseppe Nardo.

Il 9 febbraio scorso è stata presentata la richiesta, per alcuni imputati, di essere giudicati con il rito abbreviato.

Il Coordinamento Lavoro Porfido, tramite il suo portavoce Walter Ferrari, ha espresso profonda delusione per questa decisione: "Pur riservandoci una valutazione più approfondita nei prossimi giorni non possiamo nascondere la nostra delusione - si legge in un comunicato - Pare che non si voglia giungere, mediante un processo dibattimentale, ad un accertamento della verità, almeno dal punto di vista giudiziario, in quanto potrebbero emergere cose imbarazzanti per i gestori del potere economico-politico locale e provinciale.

Già i patteggiamenti concessi in sede di rito abbreviato l’11 febbraio 2022, con la derubricazione dei reati contestati a due imputati, da 416 bis a 418 co.2, avevano destato forti perplessità. L’avv. Giudiceandrea che rappresentava i tre operai costituitisi parte civile (con il supporto dello scrivente C.L.P.) aveva definito ‘perlomeno inusuale’ quel patteggiamento concesso dalla Procura. Giudizio confermato dal successivo pronunciamento della Corte di Cassazione che ha annullato quel processo e le cui motivazioni sono state recentemente depositate.

Ora, ad un anno di distanza, ancora una volta assistiamo ad una procedura richiesta dalla Procura ed accolta dalla Corte ‘perlomeno inusuale’.

Riprova, a nostro avviso, che purtroppo anche in Trentino vige l’anti costituzione di cui parla nel suo ultimo libro il dott. Gherardo Colombo, d’altra parte perché mai dovrebbe essere altrimenti.

Diciamo questo con grande amarezza, ringraziando sentitamente i Carabinieri del Ros per il lavoro d’indagine svolto, il cui coraggio maggiormente si apprezza alla luce delle vicende, non solo giudiziarie, che ne sono seguite".

Imputati con il rito abbreviato

Otto imputati (su undici) hanno chiesto di essere riammessi al rito abbreviato. Si tratta di Piero Battaglia, come ha riferito il Corriere del Trentino, ex assessore comunale di Lona Lases, imprenditore del porfido, uno dei fratelli ritenuti ai vertici della presunta organizzazione legata alla cosca dei Serraino svelata dai carabinieri del Ros di Trento nell'inchiesta Perfido.

Giuseppe Mario Nania, ritenuto uno dei bracci armati e Demetrio Costantino, considerato un punto di riferimento per il sodalizio.

Rito abbreviato anche per Antonio Quattrone, Domenico Ambrogio, Giuseppe Battaglia, fratello di Pietro, altro componente di spicco, la moglie Giovanna Casagranda e Federico Cipolloni. Solo tre affronteranno il dibattimento, ovvero Innocenzo Macheda, presunto capo dell'organizzazione, Giovanni Alampi e Vincenzo Vozo.

L'udienza è stata rinviata il prossimo 22 febbraio.



Fonte: rainews.it

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