Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Si è pentito Rosario Barbaro, membro del clan Papalia, la più potente cosca di ‘Ndrangheta nel nord Italia originaria di Platì e legata alla famiglia Barbaro. La figura di Barbaro si affianca così a quella di Domenico Agresta, detto Micu Mc Donald, legato ai platioti residenti nel comune di Volpiano (Torino). I due risultano, ad oggi, i più importanti collaboratori nel nord Italia.
La sua collaborazione inizia nel giugno 2021 con la procura di Milano, con i pm Stefano Ammendola e Paolo Storari, coordinati dall’aggiunto della Dda Alessandra Dolci.
Rosario, nato il 19 luglio 1972, ha già una condanna per associazione mafiosa ed è sposato con Serafina Papalia, figlia del superboss Rocco Papalia, oggi libero dopo quasi 30 anni di carcere e residente a Buccinasco, la 'Platì del nord'.
La notizia è stata riportata oggi dal 'Fatto Quotidiano'.
Nel verbale di 30 pagine Rosario Barbaro, detto Rosi, ha parlato dei suoi rapporti con la famiglia Maiolo: “Fino alla carcerazione avevo la dote di picciotto all’interno della locale di ‘Ndrangheta di Corsico-Buccinasco. Il locale di ‘Ndrangheta è rimasto bloccato perché c’erano stati dei problemi in Calabria. Quando sono uscito dal carcere ho commesso alcuni reati ma non necessariamente legati al mio inserimento nella menzionata locale. In Calabria c’era stata la scomparsa di Pasqualino Marando e dei due Trimboli, paesani nostri, motivo per il quale ognuno cercava di stare più riservato, temendo anche eventuali ritorsioni in quanto si potevano immaginare alleanze non corrispondenti al vero”.
Il nuovo collaboratore ha parlato anche di Alessandro Manno, classe ‘64, anche lui di Caulonia e legato a Cosimo Maiolo, ma non indagato nella recente indagine della Squadra Mobile diretta da Marco Calì che solo poche settimane fa ha disarticolato la cosca Maiolo.
“Con Alessandro Manno - si legge sul 'Fatto' - eravamo in carcere a Pavia assieme nel 2010 circa; in passato, nel 1994-1995, avevamo già trascorso un periodo di codetenzione. A Pavia siamo stati nella stessa cella; era presente anche Sebastiano Pelle, riservatissimo come me. Alessandro Manno appartiene alla Locale di Pioltello come Capo Locale. Ci rispettavamo in carcere e ci teneva tanto all’amicizia nostra; lui voleva che facessimo gruppo e fossimo dei referenti degli altri detenuti calabresi in carcere nella nostra sezione sulle eventuali liti, discussioni o spostamenti di detenuti nelle celle. Manno era dell’idea di mantenere lo stesso controllo in carcere, ad esempio in relazione alle introduzioni di stupefacenti da parte di altri detenuti: il Manno voleva che fosse evitato per non incorrere in alcun tipo di disordine, oppure voleva dire la sua sui legami con nuovi soggetti calabresi che vi entravano; Manno voleva affermare il potere dei detenuti calabresi sugli altri. Rivendicava la forza della sua appartenenza alla ‘Ndrangheta, anche per dirimere controversie all’interno del carcere; noi la pensavamo diversamente e non volevamo fare come lui che ipotizzava di gestire il carcere in questo modo”.
Il verbale si chiude poche righe dopo. Non vi è dubbio che la collaborazione di Rosario Barbaro fa tremare i polsi non agli affiliati delle cosche, ma anche al gotha mafioso stanziato nell'hinterland milanese.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

ARTICOLI CORRELATI

Appello 'Ndrangheta stragista, il pentito Romeo ''cancella tutto''

'Ndrangheta stragista, per la Procura generale il pentito Romeo minacciato per ritrattare

Stragi, servizi, delitti e il ''potere assoluto'' del Consorzio: è un Fiume in piena

Arrestato nipote del boss Papalia

Delitto Mormile, ''Falange Armata'' e Servizi nelle parole del pentito Foschini

Trattativa Stato-Mafia, Cuzzola racconta il legame tra boss Papalia e servizi segreti

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos