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La procura di Roma ha chiuso le indagini sull'inchiesta della Dda sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta ad Anzio e Nettuno. L'inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò con i pm Giovanni Musarò e Francesco Minisci, aveva portato il 17 febbraio scorso all'arresto eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale di oltre sessanta persone accusate anche di associazione a delinquere di stampo mafioso. 
Ai vertici dei due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle 'ndrine di Santa Cristina d'Aspromonte in provincia di Reggio Calabria e di Guardavalle in provincia di Catanzaro, c'erano Giacomo Madaffari, Bruno Gallace e Davide Perronace. 
In base a quanto emerso dalle indagini, i clan della 'Ndrangheta puntavano a 'colonizzare' il litorale romano, e per rafforzare il proprio potere sfruttavano la consolidata capacita' di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori, da quello ittico alla gestione e smaltimento dei rifiuti. Gli accertamenti avevano consentito di ricostruire fra l'altro l'importazione di 258 chili di cocaina avvenuta nella primavera 2018, tramite un narcotrafficante colombiano, disciolta nel carbone e poi estratta all'interno di un laboratorio allestito a sud della Capitale. Secondo l'accusa la 'ndrina aveva anche in progetto di acquistare e importare da Panama circa 500 chili di cocaina nascosti a bordo di un veliero che in origine veniva utilizzato per regate transoceaniche. L'operazione pero' salto' quando gli arrestati vennero a conoscenza delle indagini proprio nei loro confronti. Ora, con l'avviso di conclusione delle indagini, in 66 rischiano di finire a processo.

Foto © Imagoeconomica

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