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Gratteri: "Mettevano spazzatura, scarti come catrame e asfalto, copertoni, residui delle lavorazioni sull'autostrada nel cippato"

"In particolare questi presunti innocenti hanno gestito il controllo dei boschi, il controllo della Presila, partendo dal crotonese fino alla provincia di Cosenza". "Loro hanno controllato per tanti anni il taglio dei boschi, il trasporto del legname, il conferimento alla centrale a biomasse di Cutro. Il dato anomalo è che per biomasse si intende la lavorazione dello scarto, del cippato (legno ridotto in scaglie ndr) della legna che dovrebbe trasformarsi in energia pulita. Un'attività prevista per legge dove si ottengono milioni di euro di contributi. Ma, secondo l'imputazione, questi presunti innocenti nelle biomasse, nel cippato mettevano spazzatura, scarti come catrame e asfalto, copertoni, residui delle lavorazioni sull'autostrada. Questo, secondo l'indagine, ha creato grande inquinamento. Riuscivano in modo mafioso ad accaparrarsi il taglio dei boschi, a conferire a dei soci l'acquisto delle biomasse di Cutro e a inserire spazzatura nel cippato".
Sono state queste le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dal procuratore della repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri in merito all'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Crotone, che, insieme ai militari del Ros ed a quelli per la Tutela forestale di Cosenza. I militari hanno attestato 29 persone (due sono irreperibili) nel crotonese, accusate a vario titolo per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni del Gestore del Servizio Energetico nazionale (Gse), truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebita percezione.
Sono stati inoltre sequestrati beni del valore di circa 16 milioni di euro fra cui una centrale energetica a biomasse e aziende boschive delle province di Crotone e Cosenza.
"Si conferma - ha quindi osservato Gratteri - come le mafie e la 'Ndrangheta in particolare si adattino alle opportunità economiche che via via si presentano, come le biomasse in questo caso". Nel complesso - hanno spiegato gli investigatori in conferenza stampa - sono stati smaltiti oltre 21 milioni di quintali di materiale, di cui circa la metà di provenienza illecita, con conseguenti notevoli introiti per la "locale" di Mesoraca. Decisivo ai fini dell'inchiesta - hanno poi ulteriormente e rilevato i Carabinieri - l'apporto di alcuni collaboratori di giustizia che hanno agevolato le indagini a carico di una cosca che vanta anche proiezioni in altre regioni d'Italia e all'estero.

I destinatari delle misure cautelari
Fra i destinatari di misure cautelari, oltre ad esponenti storici della 'ndrina locale come Mario Donato Ferrazzo, figura l'imprenditore del legname Carmine Serravalle, titolare della centrale a biomasse di Cutro, ceduta nel 2015 dal gruppo Marcegaglia. La Serra Valle Energy, impresa sotto la cui denominazione ricade ora la centrale di Cutro, è fra i beni sequestrati. La cosca Ferrazzo di Mesoraca avrebbe gestito in regime di monopolio il trasporto di legname dal porto di Crotone, dove veniva scaricato dalle navi, fino alla centrale di Cutro. Lungo l'elenco di reati contestati a vario titolo agli indagati: associazione per delinquere di matrice mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni del Gestore del Servizio Energetico nazionale (GSE), truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita percezione di queste ultime, omessi controlli e vigilanza sulle attività d'impresa, turbata libertà degli incanti, concessione di sub appalti senza autorizzazione, frode in pubbliche forniture. E ancora: falso in atto amministrativo, illecita concorrenza in attività commerciale, intestazione fittizia dei beni, furto aggravato, associazione per delinquere finalizzata al traffico, alla produzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l'aggravante di essere un'associazione armata.

Foto © Imagoeconomica

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