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Il boss Vittorio Raso, ritenuto dagli inquirenti uno dei leader delle cosche di 'Ndrangheta in Piemonte, potrebbe davvero avviare un percorso di collaborazione con la giustizia. A scriverlo è il quotidiano "La Stampa” traendo spunto da un dato: martedì, durante l'udienza di un processo, è stato comunicato dai giudici che il suo legale storico, di fiducia da almeno vent’anni, Enrico Calabrese, ha dismesso il mandato difensivo. 
E il boss, che era recluso nel carcere di Voghera, è stato trasferito in un altro penitenziario. 
Secondo quanto riferisce il servizio, le intenzioni di Raso sarebbero al vaglio dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Torino: del resto, le sue possibili rivelazioni potrebbero avere notevoli ripercussioni nella ricostruzione del narcotraffico internazionale, dando informazioni importanti sulle rotte della droga nei porti di mezza Europa, i grandi contractor di stupefacenti, i cartelli che si consorziano per comprare maxi-carichi, le famiglie di élite della 'Ndrangheta che governano - in regime di quasi monopolio - il mercato che, come è noto, frutterebbe oltre 80 miliardi di euro l'anno.
Raso è stato arrestato lo scorso giugno a Barcellona dopo un lungo periodo di latitanza ed è stato estradato in Italia l’11 agosto e da alcuni giorni avrebbe manifestato ai magistrati antimafia di Torino la sua volontà di collaborare. 

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