Quattro arresti e una chiusura di indagine nei confronti di 27 persone per reati che vanno dall'associazione di stampo mafioso al narcotraffico, dalle estorsioni alle attività illecite legate al recupero crediti. È questo l'esito di una indagine coordinata dal pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti, e denominata 'Medoro', svolta dai carabinieri del Ros che riguarda un gruppo 'ndranghetista facente capo alla famiglia Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia). Eseguite perquisizioni in tutta Italia. Come si legge in un comunicato del procuratore della Repubblica milanese, Marcello Viola, il gruppo avrebbe "dimostrato la capacita' di estendere la propria forza di intimidazione anche al di fuori dei confini nazionali, in particolare nelle isole Baleari". Dall'attività di indagine è emersa la figura di una avvocatessa che, "ritenendo di vantare un credito di oltre 40 mila euro" nei confronti di un piccolo imprenditore della Lombardia, si sarebbe rivolta a tre persone contigue a Cosa Nostra, alla 'Ndrangheta e alla Sacra Corona Unita. Quest'ultima parte dell'inchiesta è svolta dalla Squadra mobile milanese, i cui accertamenti hanno consentito di dimostrare che la donna si sarebbe rivolta a un individuo vicino alla nota famiglia di mafia Fontana.
Il gruppo era anche attivo nell'ambito del 'recupero crediti': "Si tratta di vere e proprie estorsioni, caratterizzate· dall'adozione di comportamenti e schemi tipici delle organizzazioni di tipo mafioso - si legge in una nota, firmata dal procuratore di Milano - che si concretizzano in intimidazioni tese, da un lato, a coartare la volontà dei debitori, costringendoli a corrispondere quanto preteso, e dall'altro a costringere gli stessi creditori a sottostare alle imposizioni ricevute, con riguardo - in primis - al compenso per il loro intervento. Alcune delle condotte contestate sono state commesse nelle Isole Baleari, dove gli indagati hanno esportato il proprio know how criminale, offrendo il 'servizio' di recupero crediti ad imprenditori locali ed espandendosi nel settore della sicurezza dei locali notturni".
Tra arrestati anche genero boss Antonio Mancuso
Tra le persone arrestate questa mattina nell'ambito dell'indagine della Dda di Milano c'è anche Luigi Aquilano, il genero del boss Antonio Mancuso, capo della locale di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. In tutto sono 27 le persone che, al termine dell'indagine coordinata dalla pm Alessandra Cerreti, si sono viste recapitare l'avviso di conclusione indagini. Aquilano, come si legge in un passaggio delle 850 pagine di ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Lidia Castellucci, era "promotore e organizzatore" del gruppo finito al centro delle indagini. Aquilano "avendo sposato Rosaria Mancuso, figlia del capobastone Antonio Mancuso" di 84anni aveva "compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni da compiere e delle strategie da adottare" e "pianificava, organizzava e gestiva personalmente il traffico di sostanza stupefacente, coordinando tutte le fasi di contrattazione, acquisizione e successiva cessione, impartendo disposizioni immediatamente precettive agli associati". Non solo. Il genero del boss aveva esteso i traffici del gruppo "fuori dei confini nazionali ed, in particolare, sull'isola di Ibiza, facendo leva sulla forza di intimidazione" capace di esercitare e "sulle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà, già percepite su quel territorio, proponendosi ad imprenditori italiani nel settore della ristorazione e dell'intrattenimento - presenti sull'isola - nella risoluzione di controversie relative a recupero crediti".
Foto © Imagoeconomica
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