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Cinque persone, ritenute responsabili di associazione mafiosa, sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria in esecuzione di un'ordinanza del Gip presso il Tribunale della città calabrese dello Stretto, su richiesta della direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri. Il provvedimento è l'epilogo di indagini dei militari del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria che, sotto il coordinamento della Dda reggina, avrebbe consentito di accertare l'appartenenza degli indagati alle cosche cittadine Condello e Rugolino e alla "locale" di Oppido Mamertina.
I soggetti coinvolti sono  Filippo Giordano, 51 anni, Sergio Iannò, 59 anni, Giuseppe Germanò, 52 anni, Luigi Germanò, 48 anni, tutti di Reggio Calabria, e Salvatore Callea, 55 anni.
Le indagini hanno consentito di individuare gli indagati quali appartenenti alle cosche cittadine "Condello" e "Rugolino" oltre che del locale di Oppido Mamertina. Le indagini condotte hanno inoltre consentito di raccogliere gravi indizi di reità sulle appartenenze a cosche di ‘Ndrangheta di Salvatore Callea quale esponente della locale di ‘Ndrangheta di Oppido Mamertina; Sergio Iannò, che avrebbe fatto parte della cosca Rugolino di Catona di Reggio Calabria; Filippo Giordano, Giuseppe Germanò e Luigi Germanò, individuati nelle indagini come esponenti della cosca Condello di Archi di Reggio Calabria. Giordano, Iannò, Callea e Germanò Giuseppe sono stati raggiunti dalla misura cautelare mentre si trovano già in regime di detenzione carceraria, in quanto nell'aprile scorso hanno tutti riportato condanna definitiva proprio per l'omicidio di Giuseppe Canale. Il solo Luigi Germanò, invece, è stato oggi associato alla Casa Circondariale, in quanto si trovava in regime di arresti domiciliari, quale misura cautelare riportata nell'ambito dell'indagine "Metameria" per trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso.

Le faide tra i clan
L'attività d'indagine trae origine da due rilevanti fatti di sangue avvenuti a Reggio Calabria tra il 2010 ed il 2011, quale cruento epilogo di una faida tra due fazioni interne all'anima 'condelliana' della 'Ndrangheta di Archi, che intendevano assumere l'una a discapito dell'altra il predomino criminale sulla frazione di Gallico. Il primo episodio è del 20 settembre 2010, quando è stato assassinato Domenico Consolato Chirico, ritenuto esponente di primo piano della 'Ndrangheta gallicese, nonché genero del defunto boss Paolo Surace, a sua volta assassinato il 10 dicembre 1988 in un agguato mafioso insieme a Domenico Cartisano. Il secondo è avvenuto il 12 agosto 2011, quando è stato assassinato Giuseppe Canale, il cui movente - così come emerso nell'ambito di altro procedimento penale della Dda reggina che ha portato all'arresto dei mandanti ed esecutori dell'efferato omicidio - si inquadra in un contesto di criminalità organizzata e rappresenta proprio una risposta all'assassinio di Domenico Chirico, in seguito allo scontro venutosi a creare all'interno delle organizzazioni criminali operanti in quel territorio e finalizzato al raggiungimento di nuovi equilibri criminali. In relazione a questo secondo omicidio, in una prima fase le indagini hanno condotto, il 10 novembre 2017, all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli esecutori materiali, Cristian Loielo, Nicola Figliuzzi e Salvatore Callea, e dei mandanti Filippo Giordano, Domenico Marcianò e Sergio Iannò. Successivamente, il 25 luglio 2018 è stata data esecuzione ad una seconda ordinanza di custodia cautelare derivante da ulteriori approfondimenti sull'efferato fatto di sangue, portando all'arresto di Antonino Crupi, Giuseppe Germanò e Diego Zappia. Accertamento divenuto definitivo con sentenza passata in giudicato. Assodato, dunque, che l'omicidio di Giuseppe Canale, così come ancor prima quello di Domenico Consolato Chirico, è da inquadrarsi in un contesto di criminalità organizzata, frutto di uno scontro tra due opposte fazioni interne alla stessa articolazione di ‘Ndrangheta degli arcoti per il predominio criminale sulla frazione di Gallico.
Quattro dei cinque arrestati, infatti, erano già stati oggetto delle precedenti ordinanze cautelari in relazione all'omicidio.

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