Il procuratore di Catanzaro: "Rinascita Scott può spiegare rapporti tra 'Ndrangheta e classe dirigente"
Le telecamere di “Foreign Correspondent”, della ABC News (Australian Broadcasting Corporation), il principale programma di attualità internazionale dell’Australia, sono arrivate fino in Calabria dove "per decenni" la 'Ndrangheta "ha governato questa regione attraverso violenze e intimidazioni” ha spiegato la giornalista Fran Kelly nel video pubblicato sul sito ufficiale. “Quello che inizialmente era un gruppo mafioso locale - ha detto - adesso è diventato una potente organizzazione criminale internazionale, con un fatturato stimato di 80 miliardi di dollari all’anno. La sua presenza è arrivata anche in Australia”.
Fran Kelly si è recata nello specifico a Vibo Valentia per incontrare l’uomo che guida il processo 'Rinascita-Scott', il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri. “C’è sempre tensione. C’è sempre paura e devi sempre stare attento", ha detto il magistrato. “Tutto ciò che avviene su quel territorio o in quel comune passa al vaglio delle famiglie di ‘Ndrangheta. E’ come uno Stato all’interno dello Stato formale”. "Io sono fortunato - ha continuato il procuratore capo di Catanzaro - perché sono nato in una famiglia di persone oneste. Se fossi nato in un’altra famiglia, forse oggi sarei un boss mafioso” ha sottolineato Gratteri. "Bisogna fare bene il proprio lavoro costi quel che costi nei confronti di chiunque. Non c'è un’alternativa. Cioè se io mi fermassi oggi mi sentirei un vigliacco e per me non ha senso vivere da vigliacchi".
'Rinascita Scott' è nata da un'operazione in cui sono state arrestate più di 300 persone. Le accuse sono molto pesanti: tra cui omicidio, estorsioni, traffico di droga e riciclaggio di denaro. “È un processo importante - ha dichiarato Gratteri tornando a parlare del processo contro la cosca Mancuso - ma non per i numeri, ma perché dà la possibilità di spiegare come la ‘Ndrangheta sia in relazione con pezzi delle istituzioni e con pezzi della classe dirigente”. Il procuratore spiega che il boss Luigi Mancuso “ha frequentato persone importanti, della cosiddetta società civile, ha frequentato personaggi importati delle istituzioni e del mondo politico. Oggi le cosche più che del narcotraffico si interessano della vita sociale di un territorio”.
Per il popolo di Vibo Valentia il maxiprocesso ha fatto sperare in un nuovo capitolo in cui lo Stato riprende il controllo di un territorio a lungo ritenuto perduto dalla criminalità organizzata. "La cosa più bella e che la popolazione ha vissuto un senso di liberazione" ha detto il colonnello dell'Arma e comandante provinciale Bruno Capece. Ma possono questi processi - scrivono i giornalisti australiani - sradicare le potenti reti della ‘Ndrangheta?
Kelly ha parlato anche con i membri della comunità che ora si sentono incoraggiati a parlare contro la ‘Ndrangheta. “È aumentato il numero di persone che fanno parte della mafia”, ha affermato l’attivista antimafia di ‘Libera’, Giuseppe Borrello. Il viaggio dell’emittente australiana è continuato anche all’ultimo piano di un appartamento a Vibo Marina per mostrare il dolore degli abitanti che devono convivere con la morte dei propri parenti, vittime del sistema criminale. L’appartamento di Vittoria Sicari è stato portato via da un affiliato dei Mancuso, alla fine degli anni ’90. Mentre si preparava a vendere l’immobile - ha raccontato Vittoria -, un uomo si era presentato in casa facendo un’offerta, e gli altri acquirenti sono improvvisamente spariti. L’uomo, poi, si era trasferito con la famiglia nell’appartamento senza pagare e, dopo oltre due decenni, è ancora lì. Quando Vittoria ha cercato di sfrattarlo, è stata minacciata: “Se non smetti di perseguitare me e la mia famiglia, ti uccido”. Ora la donna ha trovato un avvocato, dopo 15 anni, Giovanna Fronte.
Il legale, ha affermato che c’è una “macchina del fango contro la Procura di Catanzaro. “Perché così opera la ‘Ndrangheta: ‘quel povero Luigi Mancuso che è in carcere faceva semplicemente del bene al territorio. Faceva lavorare e dava delle possibilità’. E dall’altro lato”, fanno credere, che “abbiamo una procura cattiva, malvagia e che ha messo dentro delle persone”.
La mafia a Milano
Fran Kelly ha visitato poi anche Milano, dove la ‘Ndrangheta ha stabilito una forte presenza. Il capo del Dipartimento Antimafia di Milano, il procuratore Alessandra Dolci, ha chiesto alle forze dell’ordine australiane di entrare maggiormente in contatto con i loro colleghi in Italia. “Sarebbe appropriato per la polizia australiana stabilire relazioni più forti con le nostre autorità. Come si dice, se non si sa, non si vede. Devono prendere coscienza del pericolo rappresentato dalla ‘Ndrangheta. E’ la più grande organizzazione al mondo che si occupa del traffico di cocaina”.
Il servizio completo: abc.net.au
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