Otto persone sono state arrestate dalla Squadra mobile di Reggio Calabria con l'accusa di avere favorito la latitanza del boss della 'Ndrangheta Giuseppe Pelle, detto "Gambazza", considerato uno dei presunti capi dell'omonima cosca di San Luca. Sei degli arrestati sono familiari di Pelle, accusati di averlo aiutato a sottrarsi all'esecuzione di un ordine di carcerazione in base al quale doveva scontare una pena residua di 2 anni e 5 mesi in relazione ad una condanna definitiva per associazione mafiosa. Gli altri due coinvolti nell'operazione non sono parenti del boss, ma sarebbero stati, comunque, suoi fiancheggiatori. L'operazione è stata denominata "Defender", dal nome del fuoristrada con cui il boss veniva accompagnato nel covo dove fu arrestato il 6 aprile 2018.
Le ordinanze di custodia cautelare eseguite nell'ambito dell'operazione sono state emesse dal Gip distrettuale di Reggio Calabria su richiesta del Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo. Sette degli arrestati sono finiti in carcere, mentre per uno sono stati disposti i domiciliari. I reati contestati sono procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose.
Tra le persone arrestate vi sono anche la moglie, Marianna Barbaro, e due figli del capomafia, così come il genero ed il nipote. Per un'altra figlia di Pelle, invece, sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Sono invece finiti in carcere altri due soggetti che, secondo l'accusa, avevano messo a disposizione l'immobile in cui Pelle ha trascorso la sua latitanza.
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'Ndrangheta: favorirono la latitanza del boss Pelle, 8 arresti
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