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La prima sezione della Corte di Appello di Catanzaro (Loredana De Franco presidente, Ippolita Luzzo e Adriana Pezzo a latere) ha emesso la sentenza nei confronti di 80 imputati nel processo, svoltosi con il rito abbreviato, scaturito dall’operazione Stige. La sentenza ha confermato la condanna di primo grado nei confronti dell’ex sindaco di Cirò Marina, Roberto Siciliani, per il quale è stato riconosciuto il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e la conferma della condanna a 8 anni di reclusione. Tra le posizioni di spicco c’è anche quella dell’imprenditore Franco Gigliotti che secondo la Dda era il finanziatore della cosca Farao-Marincola. I giudici di Appello hanno riqualificato il reato da associazione mafiosa a concorso esterno in associazione mafiosa riducendo la condanna da 10 ad 8 anni di reclusione. Inoltre Cataldo Marincola, ritenuto il capo della cosca che domina nel cirotano, nel Crotonese, è stato assolto dal reato di associazione mafiosa ma è stato condannato a sette anni e 4 mesi di reclusione e 1.800 euro di multa (in primo grado gli era stata inflitta la pena a 20 anni di carcere) per alcune estorsioni.
Sedici anni, 11 mesi e 10 giorni di reclusione (17 anni e 8 mesi in abbreviato) sono stati comminati, invece, a Vincenzo Santoro, considerato il collante tra i cartelli di imprese in Sila e la cosca Farao-Marincola.
Secondo l’accusa la cosca, grazie a uno stretto apparato di imprenditori, politici e pubblici funzionari, aveva creato una rete di controllo mafioso che aveva messo le mani su diversi settori economici, per un giro d’affari di parecchi milioni di euro, dai rifiuti, agli appalti pubblici, dal commercio alimentare e vinicolo, fino ai servizi funebri, schiacciando la libera imprenditoria.
Confermate le condanne di primo grado nei confronti degli altri elementi di spicco della cosca e, per quanto riguarda l’appello proposto dalla Procura, la Corte ha dichiarato inammissibile l’appello per sette capi di imputazione per intervenuta rinuncia. Tra gli assolti anche l’ex presidente del consiglio comunale Giancarlo Fuscaldo e altri imprenditori. La corte ha inoltre riqualificato la condanna per gli altri imputati.

Foto © Imagoeconomica

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