Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha confermato la misura cautelare emessa dal gip nei confronti di Giuseppe Corea, il direttore del settore Gestione Risorse Economico Finanziarie dell'Azienda sanitaria provinciale, arrestato a inizio agosto nell'ambito dell'inchiesta "Iter Nos" della guardia di finanza che ha fatto luce sulle presunte infiltrazioni della 'Ndrangheta nella sanità pubblica e in particolare sugli appalti per le pulizie nell'Asp di Reggio Calabria. Corea resta quindi in carcere come aveva già deciso il gip Karin Catalano su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua. Lo stesso è stato deciso nei confronti degli indagati Massimo Costarella, Nicola Calabrò, Francesco Macheda, Antonino e Mario D'Andrea. Il Tribunale del Riesame ha confermato anche la misura cautelare degli arresti domiciliari per la funzionaria dell'Asp Filomena Ambrogio e gli imprenditori Angelo Zaccuri, Lorenzo Delfino, Sergio Piccolo e Gianluca Valente. Infine i giudici hanno confermato gli arresti domiciliari per il consigliere regionale della Calabria Nicola Paris, accusato di corruzione. Primo eletto nella circoscrizione provinciale nel 2020 nella lista dell'Udc con poco meno di settemila voti di preferenza, Paris è stato arrestato il 6 agosto scorso con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta "Inter Nos", coordinata dalla Dda e dalla Procura ordinaria di Reggio Calabria, riguardante la nomina del dirigente amministrativo dell'Asp di Reggio Calabria e per avere favorito, secondo gli inquirenti, un consorzio di imprese risultato vincitore della gara per l'appalto delle pulizie e la sanitizzazione degli ospedali spoke, dei poliambulatori e degli uffici dell'Azienda. I legali di Paris, gli avvocati Francesco Calabrese e Attilio Parrelli hanno presentato istanza al Riesame. L'udienza per discutere della posizione del politico è stata fissata per giovedì. Nel corso dell'indagine i finanzieri hanno intercettato anche le conversazioni tra gli imprenditori e Paris durante un pranzo per festeggiare la proroga dell'incarico a Corea e per il quale la settimana scorsa il Riesame ha confermato la misura cautelare in carcere. "Firma tutto Corea....Firma tutto e futtatindi". Sono le frasi intercettate dai commensali davanti a Paris che avrebbe brindato con gli altri indagati dicendo "Viva Corea per...noi". Un brindisi che, per i pm, dimostra "senza ombra di dubbio la consapevolezza nell'indagato in ordine alla sussistenza del rapporto corruttivo in essere con la Helios", l'associazione temporanea di imprese che è riuscita per anni ad avere rapporti con l'Azienda sanitaria in assenza di qualsiasi procedura di evidenza pubblica.
Foto © Paolo Bassani
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