Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

A Rinascita Scott, Mantella parla delle sue alleanze criminali

Prosegue l'esame del collaboratore di giustizia Andrea Mantella al processo Rinascita-Scott. Rispondendo alle domande del pm Andrea Mancuso il pentito ha ricordato di quando era affiliato con i Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia ma aveva stretto un forte legame anche con i Bonavota di Sant'Onofrio con i quali aveva contatti frequentissimi.
Quando decise di creare un gruppo autonomo, ha raccontato, "non lo feci per affrancarmi dai Lo Bianco. Io faccio la scissione dal colosso Mancuso-Fiare'-Razionale-Gasparro". I rapporti con i Lo Bianco restano buoni, con i Bonavota ancora di più.
Quindi ha raccontato dei contrasti che si aprirono tra i Lopreiato ed i Bonavota e l'episodio in cui Antonino Lopreiato aveva messo dei lumini con dei fiori: una minaccia funebre che fece al signor Facciolo.
"Facciolo - ha spiegato Mantella ai giudici - era una sorta di imprenditore, cavallo di Troia dei Bonavota all'interno del villaggio 'Garden' che si trovava nella zona di Acconia-Curinga, di proprietà di Francescantonio ed Emanuele Stillitani" che Mantella definisce legati a doppio filo coi Mancuso e in seguito anche con gli Anello-Fruci. Ad ogni modo, dopo l'atto intimidatorio a Facciolo si decise di eliminare Lopreiato e venne fissato un appuntamento all'interno dell'ovile di Rocco Calfapieta, un pastore, e lì si presentò Nino Lopreiato con Saverio Patania. "Domenico Cugliari - ha raccontato Mantella - voleva che non se ne andassero più questi due da lì ma Domenico Bonavota si incavolò e disse che non era possibile perché se li avessero ammazzati avrebbero dovuto ammazzare anche i pastori, padre e figlio, per non lasciare testimoni. Così quella sera se ne andarono chiarendo la questione dei lumini e dei fiori che Lopreiato negò di avere piazzato. Li per lì lo abbiamo lasciato andare ma in seguito è stato ucciso".
L’omicidio venne eseguito su mandato dal carcere di Emilio Bartolotta. Emilio Bartolotta aveva creato una ‘ndrina distaccata legata ai Bonavota. Aveva subìto da Lopreiato un attentato intimidatorio attraverso una bomba esplosa davanti al suo panificio a Vibo, in zona Moderata Durant. Emilio Bartolotta aveva così preso a mandare pizzini dal carcere a Domenico Cugliari della cosca Bonavota di Sant’Onofrio per sollecitarli a uccidere Lopreiato.
L’omicidio Lopreiato avvenne l’otto agosto 2008. Mantella ha spiegato di ricordarlo bene perché la data coincide con quella della morte di suo padre. Nello stesso giorno Mantella apprese della morte del genitore e dell’omicidio Lopreiato. In quel periodo il collaboratore si trovava a Villa Verde a Cosenza e, dice, "quell’omicidio io non l’ho commesso", anche se in passato aveva partecipato ad appostamenti. Nel corso dell'esame Mantella ha parlato anche di altri omicidi come quello di Francesco Scrugli, Michele Penna o Salvatore Foti.

TAGS:

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos