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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Dda diretta da Nicola Gratteri, hanno eseguito un provvedimento di sequestro beni per oltre 200 milioni di euro nei confronti degli imprenditori catanzaresi Antonio Lobello e dei figli Giuseppe e Daniele, che lo scorso mese di marzo erano stati destinatari della misura cautelare personale nell'ambito dell'operazione "Coccodrillo" in quanto gravemente indiziati, a vario titolo, di interposizione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio. Tra i reati contestati a Giuseppe Lobello anche estorsione e concorso esterno in associazione mafiosa (per gli inquirenti l'imprenditore è legato alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone). Con lo stesso provvedimento cautelare, emesso dal Tribunale di Catanzaro - Sezione Misure di Prevenzione, era stato disposto anche il sequestro di alcuni beni riconducibili ai tre imprenditori ma intestati a loro prestanome. Secondo gli inquirenti, gli imprenditori, allo scopo di tutelare il loro patrimonio da eventuali provvedimenti dell'autorità giudiziaria, avevano intestato in modo fittizio alcune delle loro aziende a terzi soggetti prestanome, anche tenendo conto dell'emissione, da parte della Prefettura di Catanzaro, delle interdittive antimafia che avevano colpito le società riconducibili ai Lobello.

Foto © Imagoeconomica

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