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Soldi facili e prestiti che diventano passe-partout per inserirsi all'interno dell'economia legale e riciclare denari. Un'infiltrazione epidermica in tutto il territorio nazionale che trova terreno fertile ogni volta che si affronta una crisi.
Era successo già durante la crisi del 2008/2009 e può ripetersi oggi con l'emergenza sanitaria del Covid. Come riconoscere certi fenomeni? Come affrontarli una volta che vengono individuati?
Di questo si è parlato la scorsa settimana nell'evento on line "Mafia e Covid", inserito nel ciclo di eventi "Mafia in nove atti", organizzato da Elsa Verona e l'Associazione Culturale Falcone e Borsellino. Ospiti d'eccezione il Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e il professore Antonio Nicaso, autori del libro "Ossigeno illegale".
A moderare l'incontro i professori Lorenzo Picotti e Roberto Flor, e con la partecipazione di Elia Minari, coordinatore associazione Corto Circuito. Tante le domande dei giovani studenti, intervallate dalle letture dei rappresentanti del Movimento artistico culturale internazionale Our Voice.
Interventi importanti che hanno mostrato l'incidenza delle mafie non solo nel nostro territorio, ma anche all'estero. "Siamo riusciti a dimostrare con vari studi che le mafie italiane sono molto presenti in Europa - ha ricordato Gratteri - Sono in Francia, in Spagna, in Olanda e nuove frontiere portano la sua presenza soprattutto nell’Est Europa. Mano a mano che si sale in Europa la presenza della ‘Ndrangheta è sempre più forte e non c’è un contrasto alle mafie. Sul piano tecnico-giuridico e sul piano culturale in Europa non c’è la percezione della presenza delle mafie, perché sono abituati a pensare che le mafie esistono quando sparano o esplodono le bombe. Ma questo accade sempre meno perché le mafie oggi sono in grado con i soldi di controllare tutto e c’è stato un forte abbassamento della morale e dell’etica. Oggi quindi è molto facile corrompere". Così come ricordato in altre occasioni è stato sottolineato come, allo stato, in Europa non vi sia una legislazione antimafia comune. Un problema non di poco conto e che non è solo politico, ma anche economico. In un'Ue in cui si regolamentano gli scambi commerciali "andare a dire che ci sono le mafie ha come effetto scoraggiare gli investitori", così accade che si preferisce tacere la presenza delle mafie. E diventa lecito chiedersi il motivo. Anche perché se in Europa non esiste il reato di associazione mafiosa diventa ancora più difficile dimostrare il comportamento mafioso di tutti quei soggetti appartenenti alla zona grigia, un secondo livello del sistema criminale.
"Le mafie - ha aggiunto Nicaso - vanno a radicarsi e ad investire dove incontrano meno resistenza. L’Europa ha visto le mafie come un’opportunità piuttosto che come una minaccia. La mafia non è qualcosa che riguarda le province calabresi, restano le macerie nella regione calabrese, la vera mafia va a finire nei paradisi fiscali, nelle società costituite per esempio nel Regno Unito. Inoltre c’è una sottovalutazione del fenomeno mafioso, data dall’ignoranza, perché non si ha una concezione della mafia come sistema di potere, che si insediano nella governanza extra-legale. Le mafie utilizzano un esercito di professionisti, ma c’è ancora un’idea che le mafie esistono solo quando sparano e soprattutto un’idea di un fenomeno italiano, e non globale".
Anche commentando l'operazione "Basso Profilo" Gratteri ha ricordato come le mafie "non sono una struttura statica". "Noi - ha spiegato il magistrato calabrese - avanziamo e loro avanzano con noi, mutano con la società. Le mafie oggi contano su professionisti: della pubblica amministrazione, funzionari di Stato, classi dirigenti, borghesia, aristocrazia. Oggi tra gli indagati c’è il notaio. Venti anni fa era impensabile. Questi tratta con la ‘ndrangheta, parla direttamente con mafiosi e non risponde sul piano giuridico della fondazione di un’azienda. Si evidenzia una grande facilità con la quale gli uomini delle forze dell’ordine si sono prostituiti al potere economico. E anche sul fronte della politica non è più il mafioso che va a casa del politico ma è il politico che, in cambio di appalti e di favori, si rivolge allo ‘ndranghetista per avere pacchetti di voti alle elezioni".

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